Sosteneva Sandro Pertini che il fascismo non fosse un’opinione legittima, come le altre, ma un crimine. Altro non era il fascismo che un concentrato di disprezzo verso chiunque rappresentasse un’istanza critica e una forma di diversità dal modello imposto dal regime. Questo disprezzo continua a manifestarsi anche oggi all’interno di una società libera dalla dittatura, ma non dall’odio. Non esiste ancora nel nostro Paese una piena sfera di protezione per le vittime di una quotidiana e immotivata avversione, virtuale e reale.
Le pagine della cronaca raccontano una parte di quelli che sono gli episodi che le persone LGBT+, ma anche persone scambiate per tali, subiscono in famiglia, al lavoro, dai vicini di casa, passeggiando per strada, entrando in un esercizio commerciale e sui social network. Sono un racconto parziale, perché non è prevista una raccolta sistematica dei dati sui crimini basati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, senza contare chi non denuncia la discriminazione o la violenza subita.
Dopo il cambio di maggioranza dello scorso anno, ha coraggiosamente preso forma un percorso legislativo che unisce le proposte finalizzate a prevenire e contrastare l’omotransfobia e la misoginia. Non si è lasciata attendere la reazione delle destre populiste e dei conservatori cattolici, la cui propaganda oscurantista gode di grandi risorse per scagliarsi contro i diritti delle vittime d’odio.
Per schierarsi a favore dei diritti e sostenere un messaggio inclusivo delle diversità di ciascuno è nata L’Odio Non È Un’Opinione. La campagna proporrà costanti aggiornamenti sul percorso della proposta di legge, sul dibattito sociale e politico, sulle fake news e sugli episodi di omotransfobia nel nostro Paese.
Per dimostrare come il fenomeno dell’omotransfobia non conosca latitudine, estendendosi da Merano (BZ) a Marzamemi (SR), abbiamo realizzato una mappa che possa fornire immediato impatto delle preoccupanti dimensioni dell’odio. Per evidenziare come il fenomeno dell’omotransfobia abbia risentito della pandemia di Covid-19 (nel senso che il lockdown ha ridotto significativamente il numero di episodi dell’ultimo semestre), abbiamo riportato gli stessi casi della mappa precedente su una timeline che va dal primo giorno del 2020 al giorno 181, vale a dire il 30 giugno.
Non è più ammissibile raccontare un episodio di omotransfobia nella certezza che a breve ne accadrà un altro. Tutto ciò non può più essere destinato ad avere una eco tra i siti punti di riferimento della comunità LGBT+, la campagna L’Odio Non È Un’Opinione si propone di diffondere quanto più possibile le storie e i volti delle vittime perché nulla di tutto questo accada più.
Sebbene basterebbero molti meno casi di questi affinché dei cittadini meritino delle tutele per la propria sicurezza e per affermarsi nella società al pari delle persone non LGBT+, ci sembra ragionevole concludere che l’emergenza omotransfobia in Italia esiste ed è anche molto evidente. Basta solo, voler vedere l’elefante nella stanza.
Il direttivo di ACQUE – Associazione per la Cultura QUEer
La redazione di NEG Zone