Salento Pride, l’intervento dei ragazzi vittime di omotransfobia a Gallipoli

Tra i diversi interventi del Salento & Puglia Pride di ieri c’è stato quello di due dei ragazzi vittime di omotransfobia durante una serata in un lido della città poche ore prima. Intervistati da Eleonora Magnifico, i due ragazzi hanno denunciato da un carro l’accaduto davanti ai circa 5.000 manifestanti.

 

«Ieri eravamo al Lido Zen di Gallipoli con diverse nostre amiche di Milano – racconta uno dei due ragazzi – A un certo punto della serata, all’arrivo delle bottiglie una nostra amica stava facendo una diretta Facebook e involontariamente è stato ripreso uno dei ragazzi della sicurezza. Questo ragazzo si è scagliato in maniera davvero violenta contro questa ragazza, torcendole il braccio con il quale riprendeva. È stata trascinata dal privèe giù dalle scale ed è stata buttata fuori dal locale. Noi, vedendo la scena, non siamo riusciti a stare fermi e zitti, abbiamo cercato di andare in suo soccorso. Di tutta risposta siamo stati buttati fuori anche noi, nonostante avessimo speso quasi 400€ in bottiglie ed era rimasto ancora da bere. Siamo stati buttati fuori dicendoci “Ma perché voi fr**i e le vostre amiche trans non ve ne state nei posti vostri?”. E siamo stati scacciati via».

Nel frattempo sono arrivate le scuse del lido: «Non intendiamo in alcun modo tollerare qualsivoglia forma di omofobia. Nulla potrebbe essere più lontano dal nostro modo di essere e pensare, abbiamo una lunga storia di amicizia e vicinanza alla comunità LGBT, con cui abbiamo da sempre condiviso la quotidianità. Chi ci conosce sa che per diversi anni abbiamo gestito un locale LGBT, luogo di armonica e felice convivenza, cosa che deve, a nostro modo di vedere, rappresentare la norma, ovunque. Esprimiamo la nostra totale solidarietà verso le persone coinvolte nell’incidente, con il preciso invito a tornare da noi; sono e sempre saranno i benvenuti. Un abbraccio a tutta la comunità».

Non la pensano tuttavia così alcuni utenti che stanno commentando la notizia sulle pagine social dei quotidiani locali e nazionali. Per loro un episodio di omotransfobia non è da condannare, perché sicuramente se la saranno cercata per il loro modo di essere.

 

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