Nella giornata di oggi David Sassoli, eurodeputato del PD per il gruppo dei S&D, è stato eletto presidente del Parlamento Europeo con 345 voti, diventando così il secondo italiano consecutivo a rivestire questo ruolo dopo Antonio Tajani.
Sebbene una parte della comunità LGBT stia esultando sui social per questa notizia, le posizioni del neo presidente in materia di diritti civili sono un po’ torbide. Sebbene durante la campagna elettorale, a differenza di Tajani, Sassoli abbia firmato la piattaforma di ILGA Europe, impegnandosi quindi a tutelarei diritti LGBT, in passato l’eurodeputato del PD ha remato contro questi e altri diritti civili.
Parliamo del Rapporto Estrela del 2013, per «la formulazione e l’applicazione delle politiche in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nonché in materia di educazione sessuale nelle scuole sia di competenza degli Stati membri». In altre parole sarebbero state promosse delle politiche contro l’omofobia e la parità dei generi, mentre l’aborto sarebbe stato riconosciuto come diritto di ogni donna, anche minorenne, in tutta l’Unione Europea, quindi con effetti anche nel nostro Paese, dove gli obiettori di coscienza rendono in alcune regioni pressochè impossibile abortire.
La risoluzione fu bocciata grazie ai voti degli eurodeputati del Partito Popolare Europeo e all’astensione di sei eurodeputati del PD dell’ala renziana, tra cui David Sassoli, in controtendenza nel gruppo parlamentare dei social democratici.
Secondo il neo presidente, l’obiezione di coscienza non rappresentava infatti un ostacolo al diritto all’aborto, dichiarando che la sua «posizione democratica debba comunque essere la difesa di una legge italiana che tutti riteniamo valida». Un’arrampicata sugli specchi che serviva soltanto a giustificarsi col proprio gruppo poiché, pochi mesi prima, lo stesso PD aveva presentato alla Camera una mozione sull’abuso dell’obiezione di coscienza.
Foto copertina: Francesca Minnone – Flickr
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