Mark Loewen è uno psicoterapeuta nato in Paraguay e ora residente negli Stati Uniti, dove ha una famiglia arcobaleno formata da lui, suo marito e una splendida bambina che la coppia ha preso in adozione alcuni anni fa.
Mark, appassionato di letteratura, è sempre stato attento nel proporre a sua figlia dei libri che potessero stimolarla e soddisfare la sua curiosità. Dopo un po’ si è accorto però che la bambina era stanca di sentire parlare nei racconti di tutte queste famiglie uguali tra loro e diverse dalla sua.
Così il padre si è messo alla ricerca di qualche libro per bambini che avesse al suo interno una coppia di papà, con scarsi risultati. Sebbene ci fossero diversi libri che parlano di personaggi LGBT, questi solitamente hanno a che fare con trame in cui lottano nell’essere accettati dalla società. Nessuno di quelli trovati da Mark parlava in modo naturale di un personaggio gay, senza che questo nella storia dovesse affrontare delle problematiche sociali inerenti al suo orientamento sessuale.
Discutendone col libraio, questo gli ha dato un’idea: «Perché non ne scrivi uno tu?». Mark non era nuovo alla scrittura di un libro, così ha accettato quel suggerimento e ha scritto il suo primo libro per bambini con l’aiuto di sua figlia.
La piccola ha chiesto al padre di disegnare una principessa, così Mark ha cominciato a disegnarla con un bei bei capelli, un vestito molto carino e un fisico longilineo… Fino ad accorgersi di essere anche lui vittima di uno stereotipo. A quel punto ha detto alla bambina che una principessa ha anche delle grandi responsabilità: «Perché la principessa non può avere delle braccia forti dato che lavora molto e delle gambe muscolose visto che ha girato il mondo?».
È così che nasce “What Does a Princess Really Look Like?” (Che aspetto ha davvero una principessa?), la storia della giovane Chloe che scopre che le principesse possono “avere aspetti e modi diversi”. Allo stesso tempo, il libro sottilmente racconta la storia di una bimba che ha due papà e dà il messaggio sull’importanza di abbracciare le proprie caratteristiche e peculiarità, che creano l’unicità di ogni persona.
Leggi anche: Drag Kid: come RuPaul’s Drag Race ha influenzato i bambini
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Farida Kant: la mia esperienza a Drag Race Italia
1 thought on “«Le famiglie LGBT non erano normalizzate nei libri per bambini, così ne ho scritto uno per mia figlia»”