Abbiamo già parlato di quali saranno le date dell’Onda Pride di quest’anno, puntuali arrivano anche le varie polemiche. Questa volta tocca a Trieste. La giunta comunale ha espresso parere contrario alla collocazione del palco in Piazza Unità in occasione del Friuli-Venezia Giulia Pride. La motivazione è alquanto strana: «poiché quanto proposto non è coerente con il mandato del sindaco e della giunta stessa». Sarebbero stati validi motivi legati all’ordine o alla sicurezza o comunque a qualcosa di più concreto. Il rifiuto appare alquanto viziato da motivazioni di natura prettamente ideologica.
Se non autorizzare il palco per una manifestazione quale il Pride appare paradossale, ancora più assurda è la posizione della giunta regionale. Il presidente del Friuli-Venezia Giulia (esponente della Lega), ha dichiarato di voler concedere il patrocinio regionale al Congresso Mondiale delle Famiglie. Qualcosa da farci rabbrividire. Entrambe sono naturalmente decisioni fortemente politiche, passiamo dal negare l’installazione di un palco (quindi negare la libertà di manifestare il proprio pensiero), al patrocinare un congresso che ha come obiettivo quello di negare diritti di altre persone.
Qualcuno potrebbe chiedersi: perché concedere il patrocinio al Pride va bene ma al Congresso Mondiale delle famiglie no? La risposta è semplice. Il magico Congresso raduna soggetti di dubbia moralità con idee antiscientifiche, persone che se potessero vieterebbero aborto e così ad occhio e croce renderebbero illegale l’omosessualità; ricordo che qualcuno lì associa l’omosessualità al satanismo. Il Pride invece ha l’obiettivo opposto: lancia un messaggio di inclusione, di riduzione delle distanze create dalla diversità e soprattutto i diritti non li nega ma li rivendica.
A tutto questo si aggiunge Forza Nuova che appoggia la decisione della giunta comunale di Trieste. Il partito dello zerovirgola addirittura organizza una contro-manifestazione nello stesso giorno del Pride, il picco lo si raggiunge con le dichiarazioni del coordinatore regionale di FN. «Tutti conoscono i risultati di questi spettacoli in altre città: disgustose e blasfeme provocazioni davanti a monumenti e luoghi di culto» ed aggiunge di essere ripugnato dall’idea che tutto questo della essere subito da Trieste. Così per dire: la decisione del comune è appoggiata da questi figuri, mentre l’Università sostiene il Pride. Nulla da aggiungere.
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