Red Hot 2019: il calendario dei modelli rossi si sdoppia e accontenta gli amanti dei lati A e B

Quest’anno il progetto dal motto “sii orgoglioso di chi sei” raccoglierà fondi da devolvere per la lotta al tumore ai testicoli

Se pensate che i calendari siano feticci per camionisti superati da una ventina d’anni, rimpiazzati dalle foto dei manzi su Instagram e dai promemoria del vostro smartphone, oggi vogliamo farvi cambiare idea. E per farlo tireremo in ballo una delle categorie di uomini gay più rare e ambite, i ginger, che hanno prestato i loro corpi scolpiti in palestra a Red Hot per un risultato che vi farà venire voglia di tornare al cartaceo.

Red Hot è un’idea del fotografo Thomas Knights, una campagna fotografica famosa a livello internazionale, che strizza l’occhio alla moda e alle tendenze della community LGBT, ma al tempo stesso raccoglie fondi per buone cause. Il progetto è nato nel 2013 ed è giunto alla sesta edizione, contando 6 calendari, 2 libri d’arte e un’esposizione.

La missione di Red Hot è quella di rinnovare lo stereotipo degli uomini rossi e sostenere l’idea che tutti noi dovremmo celebrare ciò che ci rende unici. Red Hot ha raccolto oltre 55.000 £ per vari enti di beneficenza e buone cause, lottando per l’uguaglianza e contro il bullismo.

Lato A e lato B

Lo scorso anno il calendario di Red Hot era interamente dedicato al “lato A”. I ragazzi ginger mostravano il loro corpo senza veli o censure in tutta la loro grazia. Per il 2019 è stato deciso di accontentare anche gli appassionati del lato B, sdoppiando i calendari in modo da offrire a ognuno la visuale che più gli aggrada.

I modelli scelti per questa campagna hanno tutti un fisico da paura e sono ritratti in pose sportive, dalla pallavolo al tennis passando per il rugby e la boxe. Il prezzo per portarsi a casa una dozzina di ginger da appendere alla parete è di 20 £ più spese di spedizione, che per l’Italia sono attorno alle 12 £.

Vi lasciamo con alcune delle foto che potete trovare sul sito ufficiale di Red Hot: dopo averlo visitato noi ci siamo sentiti in vena di fare beneficenza… E voi?

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