Unə adolescente non-binary di 11 anni è statə portatə in ospedale, con una sospetta concussione alla testa, dopo aver subito un attacco da parte di una coetanea presso una scuola dove, secondo quanto rivelato dallo studente, i professori si rifiutano di utilizzare i pronomi corretti.
L’episodio è avvenuto presso una scuola media della Georgia, negli Stati Uniti. Morgaine, giovane non-binary, e la madre Rowena hanno parlato con la testata News4Jax dell’accaduto. «È stato durante una pausa in bagno – ha raccontato la vittima – dopo che avevo appena finito di lavarmi le mani. Mi sono giratə verso il cestino e questa ragazza è entrata in bagno, per poi colpirmi sul retro della testa».
La prima cosa che l’adolescente ha fatto, è stata andare subito dall’infermiera della scuola, spiegando i propri sintomi di nausea, giramento di testa e problemi alla vista. Ma, secondo quanto denunciato, la scuola avrebbe aspettato un’ora prima di chiamare i soccorsi. La madre racconta di non essere riuscita a recarsi subito in ospedale e ha chiesto ad un’amica fidata di raggiungere lə figliə. Una volta giunta in ospedale, l’amica ha scoperto che Morgaine aveva una «sospetta concussione» oltre che un grosso rigonfiamento sul retro del suo cranio.
L’amica ha dichiarato di aver tentato di chiamare la polizia, perché andassero a fare un controllo presso l’ospedale. Ma, in tutta risposta, le autorità si sono rifiutate di farlo, in quanto se ne stavano già occupando direttamente gli organi della scuola stessa. Lo stesso posto dove, però, gli insegnanti e il personale non avrebbero mai avuto la minima intenzione di utilizzare i corretti pronomi di Morgaine. A riguardo, la madre ha anche dichiarato che, al continuare degli abusi verbali, si è capito sempre di più che gli insegnanti non avrebbero mai fatto nulla a riguardo.
Dopo l’attacco subìto, Morgaine non si è più dettə sicurə di voler rientrare a scuola in presenza. La madre, inoltre ha spiegato che non è ancora noto se la scuola abbia intrapreso, o meno, azioni legali contro la studentessa responsabile dell’attacco e che, madre e figliə, stanno ancora lavorando per ottenere una denuncia presso la centrale di polizia.
Le dichiarazioni della scuola
Di contro, la scuola, si è recentemente espressa con le proprie dichiarazioni. «Per rispetto della privacy dei nostri studenti, la scuola non offre commenti pubblici riguardo qualsiasi disagio avvenuto in questioni tra studenti – si legge in un comunicato – La scuola si pone l’obiettivo di venire incontro ai bisogni dei nostri oltre 9000 studenti, in un ambiente sicuro, educativo ed equo. Lavoriamo giornalmente per creare una comunità educativa, dove i nostri studenti, impiegati e visitatori si sentano benvenuti, valorizzati e rispettati». Da attendere, ancora, è la risposta dell’adolescente alla dichiarazione della scuola. Anche se parte di una storia che, nel 2021, vorremmo davvero non dover più scrivere.
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