A Povia, Platinette e Giuseppe Cruciani, si aggiunge un altro personaggio del mondo dello spettacolo tra coloro che si sono apertamente schierati contro la Legge Zan, contro le centinaia di volti noti che hanno aderito alla campagna “Diamoci una mano” o partecipto alla manifestazione #TempoScaduto, che si è tenuta questo pomeriggio a Milano, a favore del disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Si tratta di Pippo Baudo, che ha rilasciato delle dichiarazioni ad Adkronos che riaccendono la polemica sul discorso di Fedez contro l’ostruzionismo e le affermazioni omofobe di alcuni esponenti leghisti.
Sebbene l’opinione pubblica – sovranisti esclusi – abbia condannato il presunto tentativo di censura della Rai, il conduttore storico di viale Mazzini ritiene che Fedez andasse zittito. «Se avessi condotto io il Concertone del Primo Maggio avrei spento le telecamere a Fedez durante il suo discorso – ha affermato Baudo – Per querelarlo è troppo tardi, equivarrebbe solo fargli il doppio della pubblicità. Ha esagerato, poteva fare spettacolo, mentre fa ogni cosa per essere protagonista. E ha sbagliato a fare quel discorso in una sede che non era sua».
Per Baudo chiedere l’approvazione di una legge contro i crimini d’odio ai danni delle persone LGBT+ sarebbe qualcosa che «si ripercuote sulla società in modo divisivo», dunque Fedez non avrebbe dovuto esprimere le proprie idee in quel contesto. «Chiedere il testo dell’intervento di Fedez è stato senza dubbio corretto – ha sostenuto – Se tu vieni a casa mia e io ti ricevo nel mio salotto, io voglio sapere cosa ci vieni a fare. E poi gli argomenti che Fedez ha toccato sono complicati e non si può utilizzare il mezzo pubblico in maniera così indiscriminata».
Pippo Baudo e le argomentazioni disinformanti contro il ddl Zan
Si potrebbe pensare che il discorso del conduttore sia super partes, ma la prosecuzione delle sue dichiarazioni tolgono ogni dubbio. «Abbiamo fra le più belle carte costituzionali del mondo – afferma Baudo – È inutile aggiungere un’altra legge che confonde le cose. La nostra Costituzione è perfetta ed è garantista al massimo. Il Ddl Zan è la complicazione delle cose semplici. La vita che facciamo e, in particolare, la vita che conduciamo in Italia, ci ha dato tutte le marce che ci servono per vivere tutti insieme con tutte le diversità e le mentalità che si possono avere».
Chiaramente il codice penale è cosa assai diversa dalla Costituzione. La Legge Zan, oltre a non riguardare una riforma costituzionale, va ad estendere (tra le altre cose) la Legge Reale-Mancino, che prevede già le aggravanti per i crimini d’odio basati su motivi etnici, linguistici e religiosi; Baudo era già nato quando è stata approvata nel 1975 e poi estesa nel 1993: se ne accorge solo ora?
Il ddl Zan inoltre, come conferma il dossier dei tecnici del Senato, non confonde nulla, non entrando in conflitto con la Costituzione. Le cose possono apparire “semplici” a un uomo bianco, etero e cisgender, ma la diversità ancora oggi è fonte di violenza e discriminazione: ce lo raccontano i numerosi casi di omotransfobia, basta volersi togliere il prosciutto dagli occhi.
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