Il governo di Orban ci ha abituato al ripetersi di comportamenti posti in violazione dei diritti delle persone LGBT+. Da ultimo ha deciso che “Il paese delle meraviglie è per tutti”, libro edito dall’associazione arcobaleno Labrisz, debba riportare un bollino che allerti i lettori sul contenuto dello stesso.
Il motivo è presto detto: l’antologia di 17 racconti riporta la rivisitazione di alcune fiabe classiche e la casa editrice lo ha descritto come «un volume di fiabe classiche riviste con personaggi di gruppi emarginati». Possiamo, infatti, trovare una cerva che sente di essere in realtà un cervo, oppure una poesia su un principe che sposa un altro principe. Ancora: Biancaneve diventa Foglia Marrone e si presenta come una ragazza dalla pelle scura, oppure rom e disabili protagonisti di altre fiabe.
Il libro era già stato attaccato nel mese di Settembre 2020 da Dóra Dúró, a capo del partito di ultradestra Our Homeland. In un video la politica aveva strappato il libro pagina per pagina per poi gettarlo in un trita documenti. Ciò ha determinato una serie di minacce per Dúró, una serie di manifestazioni e un’impennata di vendite per il libro.
Davvero troppo per Orban, che dopo aver definito il libro «propaganda omosessuale» ha previsto l’obbligo per la casa editrice di inserire il disclaimer in copertina. «Il libro è venduto come una fiaba – dichiara il presidente – Così si chiama in copertina ed è progettato di conseguenza. Nasconde, però, il fatto che descrive comportamenti incoerenti con i ruoli di genere tradizionali». Da parte sua l’associazione Labrisz non si è fatta intimidire e ha deciso di ricorrere contro la decisione governativa poiché «stigmatizzerebbe il volume ed equivarrebbe a discriminazione, che è vietata dalla Costituzione».
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