Quando Arcigay Palermo era pronta a ripartire con delle nuove attività dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia di Covid-19, la sede dell’associazione nota come Le Officine Arcobaleno “Giuseppina Cacciatore” è stata saccheggiata durante la notte tra l’1 e il 2 dicembre. Oltre ai danni agli infissi, sono stati portati via un televisore, un proiettore, alcuni computer portatili e altri beni, oltre al denaro in contanti, frutto del contributo di alcuni sostenitori nel corso delle iniziative di autofinanziamento.
«Sin dal primo momento in cui l’abbiamo presa – si legge in un post Facebook – [la sede] ha avuto la capacità di farsi plasmare da ogni persona che ha voluto viverla: ed è così che in ogni stanza è possibile scorgere addobbi di feste passate, tracce di chi è solo passato, segni di chi ci ha investito energie, lacrime e sorrisi. Quella che per alcun* è “solo” la sede di Arcigay Palermo, per altr* è la safe zone, quel posto dove è piacevole incontrarsi, conoscere nuove persone, ritrovarsi, costruire e fare qualcosa per la nostra comunità».
Oltre al danno materiale, ce n’è dunque uno morale. Gli attivisti di Arcigay Palermo si dicono «sconvolti e profondamente feriti» dall’acccaduto, che hanno definito una forte «batosta emotiva e affettiva». Ma non per questo si danno per vinti: «Nessun* di noi vuole arrendersi. Nessun* vuole perder la speranza. Vogliamo ripartire con più orgoglio e più forza di prima. Perché la nostra comunità merita di sopravvivere anche a situazioni come questa». È possibile aiutare l’associazione, che opera da 40 anni sul territorio, tramite una donazione sull’apposita pagina web di crowdfunfing.
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