In India una donna trans che è stata abbandonata dai suoi genitori all’età di cinque anni è diventata madre di otto bambini orfani. Si tratta di una storia di grande forza e altruismo che scalda il cuore e che emerge alla cronaca proprio durante la Transgender Awareness Week, la “settimana della consapevolezza transgender”.
Manisha, questo il nome della donna, sapeva della propria identità di genere fin dalla giovane età e per questo è stata crudelmente ostracizzata da parenti e amici. A scuola è stata cacciata da altri bambini, mentre i suoi genitori l’hanno rinchiusa in casa in modo che non denigrasse il loro onore con la sua “diversità”. Poi un giorno, quando aveva solo cinque anni, la lasciarono morire di fame abbandonandola per strada.
Manisha è stata accolta da un’altra donna trans e ora ripete la storia divenendo madre lei stessa. Grazie a lei, infatti, bambini che altrimenti sarebbero in strada hanno riparo, medicine, cibo e una famiglia. «Ho avuto un’infanzia difficile e ho passato molti giorni senza cibo – rivela a The Better India – Ho giurato a me stessa che una volta cresciuta, mi sarei presa cura di altri bambini che non avevano una famiglia».
«Ogni volta che incontro un orfano, lo accolgo con tutto il cuore»
A farle capire che il suo destino era aiutare i bambini abbandonati e orfani è stata una situazione di cui Manisha è stata testimone. Mentre tornava con la sua squadra da alcune celebrazioni con il suo team, ha incontrato una donna per strada che si contorceva per il travaglio. L’hanno portata in un ospedale, ma il personale della struttura era riluttante a lasciare che la donna partorisse lì.
Manisha e il suo team, quindi, hanno portato la donna a casa e hanno chiamato un medico privato per aiutarla a partorire. La donna, che sembrava provenire da una famiglia benestante e istruita, ha dato alla luce una bambina ma non ha voluto tenerla. «Quindi l’ho tenuta con me – dice Manisha – So cosa si prova a non essere amati. Non sapere come si sente la famiglia. Quindi, ogni volta che incontro un orfano, lo accolgo con tutto il cuore».
Ora è madre di otto figli. La maggior parte sono ragazze di cui genitori non sono stati in grado o non hanno voluto prendersi cura, inclusa una la cui madre ha tentato di commettere un infanticidio. Una delle figlie più grandi è transgender come Manisha, mentre il più giovane è un bambino di 7 mesi che ha perso entrambi i genitori.
Manisha guadagna pochissimo cantando e ballando ai matrimoni e alla nascita dei bambini, l’occupazione tradizionale per le persone transgender nella cultura indiana. Il suo sogno, però, è aprire un orfanotrofio in cui accogliere ancora più bambini.
«Potrei essere povera, ma io e il mio team abbiamo dedicato le nostre vite a questa causa – dichiara – Non importa come, continueremo a portare tutti i bambini che hanno bisogno del nostro aiuto. Tutti meritano di essere amati, non importa chi siano o da dove vengano».
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