Bill, Helen Humphreys. Playground 2020
Amore o ossessione, qual è il sentimento che nutre Lenny per Bill? È il 1947 ed il piccolo Lenny, all’anagrafe Leonard Flint, si è trasferito da un paio d’anni a Canwood, cittadina rurale del Canada occidentale. A causa del lavoro del padre, la famiglia cambia spesso città e lui si ritrova ad essere “il nuovo” nel contesto scolastico in cui arriva; tale condizione, oltre al fatto di essere “piccolo” per la sua età, lo rende bersaglio delle angherie di un gruppo di ragazzi capeggiati da Sam Munroe, detto il Cobra. L’unico contatto amicale che riesce a stabilire è con Bill, un loser, un giovane disadattato che vive facendo piccoli lavoretti e vendendo degli amuleti ricavati dalle zampe dei conigli, attività che gli procura il nomignolo con cui viene preso in giro: Bill Zampa di Coniglio.
Eventi tragici segnano la separazione di tale amicizia ed anni dopo Leonard, divenuto medico psichiatra, si trova a ripercorrere quelle esperienze per cercare di dare un nome al sentimento nutrito per l’uomo che, per una serie di circostanze, ha ritrovato.
Tra l’utilizzo sperimentale di LSD per scopi terapeutici, il clandestino rapporto con la moglie del suo capo e le fallimentari esperienze lavorative, Lenny è costretto a far luce sugli anni della sua infanzia a Canwood ed a far riemergere le violenze che, in qualche modo, lo hanno portato ad instaurare un forte legame con un adulto, borderline, un sociopatico che conduceva una vita quasi da barbone solitario.
Solo nella parte finale del romanzo, grazie alle informazioni che vengono fornite da Lucy Weber, una vecchia vicina di casa, si comprende la complessità di una vicenda che travalica le implicazioni familiari e diviene emblema di un disagio generazionale.
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