Le dichiarazioni del Papa a favore delle unioni civili hanno riaperto il dibattito sul riconoscimento dei diritti delle coppie dello stesso genere in molti Paesi nel mondo, con reazioni contrastanti. Tra coloro che sembrano aver accolto positivamente l’apertura di Bergoglio è il presidente venezuelano Nicolás Maduro, che ha invitato l’Assemblea Nazionale a discutere il matrimonio tra persone dello stesso sesso durante il prossimo mandato.
Come riportato da Agência Brasil, il leader del Partito socialista ha detto: «Ho amici e conoscenti che sono molto contenti di quanto ha detto il Papa. Lascio questo compito, il compito del matrimonio LGBT, alla prossima Assemblea nazionale». Delle dichiarazioni accolte positivamente da alcuni media LGBT+, ma che all’avvicinarsi delle elezioni legislative del 6 dicembre suona di propaganda elettorale, soprattutto perché l’Assemblea Nazionale è attualmente sotto il controllo dell’opposizione.
Sebbene a differenza dell’Italia, il Venezuela abbia una legge contro l’omofobia dal 1999, è uno degli Stati dell’America Latina a non aver legiferato sulle unioni tra persone dello stesso genere. Mentre in Paesi come il Brasile, l’Argentina, la Colombia e l’Uruguay è legale sia il matrimonio che l’adozione congiunta delle coppie omosessuali, a fare compagnia al Paese di Maduro per l’assenza delle unioni civili ci sono Bolivia, Guayana (dove il reato di “sodomia” è punito con il carcere), Paraguay, Perù e Suriname.
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