Non sopportava che la sorella stesse con un ragazzo trans, per questo avrebbe speronato il suo scooter provocandone – a suo dire involontariamente – la morte e avrebbe picchiato a sangue il suo fidanzato. Il triste episodio, figlio del patriarcato, è accaduto lo scorso sabato sera a Caivano, in provincia di Napoli.
Ciro e Maria Paola, questo il nome delle vittime di questa assurda violenza, erano in scooter sulla strada per Acerra quando sono raggiunti da Antonio, il fratello della ragazza che avrebbe volontariamente tamponato il mezzo facendo andare i due fuori strada. L’impatto è stato fatale per la giovane donna, mentre Ciro, sbalzato su un cespuglio di rovi, è stato raggiunto dal cognato che lo ha picchiato a sangue rendendosi conto solo successivamente della morte della sorella.
Ciro e Maria Paola erano insieme da diversi anni e convivevano e questo era motivo di vergogna e risentimento da parte del fratello che davanti alle forze dell’ordine avrebbe confessato l’origine dell’odio. «Ho fatto una stro**ata – riporta il Mattino – Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là (Ciro, ndr) che ha infettato mia sorella che è stata sempre normale». Una confessione agghiacciante, condita da un vergognoso misgendering che toglie ogni dignità al ragazzo aggredito ora in ospedale.
Dello stesso misgendering si sono macchiate le principali testate che hanno riportato la notizia, parlando di compagna o amica di Maria Paola, senza mai accennare alla reale identità di genere di Ciro o farne il nome. «Se vogliamo capire cosa vuol significare che bisogna avere una legge contro l’omolesbobitrasfobia, questo è uno dei casi più espliciti – scrive in un post su Facebook Daniela Lourdes Falanga, Presidente di Antinooo Arcigay Napoli – Qui c’è un omicida, c’è la violenza di genere, c’è la negazione da parte di una stampa che non sa definire fatti e persone e l’Italia da cambiare».
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