Nel Paese dei comuni “LGBT free”, la Polonia, torna a farsi sentire l’ondata nera che da tempo fa preoccupare i più attenti ai diritti delle minoranze. «La Polonia non sostiene le deviazioni» oppure «Stop alla degenerazione» e «Chi non salta, un deviato è» sono state le frasi urlate da un gruppo di nazionalisti di estrema destra, in riferimento agli omosessuali, davanti al cancello dell’Università di Varsavia. La manifestazione, Stop agresji Lgbt (Stop all’aggressione Lgbt, ndr), è stata condita da striscioni col simbolo della falange nazionalista, persone in t-shirt nera o con il logo di Manif pour tous e bandiere arcobaleno calpestate e strappate con una che è stata addirittura bruciata, come riporta GayNews.
Fortunatamente, come spesso accade in queste circostanze, poco distante, davanti all’Accademia delle Belle Arti, vi è stata una contromanifestazione organizzata tra gli altri da Koalicja Antyfaszystowska, Warszawski Autonomiczny Licealny Komitet Antyfaszystowski e Stop Bzudrom. Sono stati loro ad aver precedentemente disegnato un arcobaleno sul luogo di quel presidio nazionalista che non ha risparmiato una offensiva domanda: «Come sta Margot? Come sta?». Il riferimento è a Margot Szutowicz, l’attivista sottoposta a carcere preventivo di due mesi: ciò aveva contribuendo a far nascere quelle proteste da parte della comunità lgbt che nei giorni scorsi hanno attraversato la Polonia.
Non sono mancati momenti di tensione tra le parti. La contromanifestazione è comunque trascorsa a suon di musica e balli e porta il volto di giovani come Julia, una studentessa, che a deciso di esserci nonostante la paura. Wyborcza.pl riporta le sue parole: «Sono qui perché sostengo le persone e tutti hanno il diritto di amare chi vogliono. Sono una ragazza eterosessuale, ma secondo me non dovrebbe importare. So che c’è una manifestazione nazionalista dall’altra parte e sono un po’ spaventata, ma devi superare questa paura per mostrare solidarietà alle persone LGBT».
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