La parte triste del web che deride Lines per gli «uomini con il ciclo»

Lines ha dato vita negli ultimi giorni a una nuova campagna, adottando un linguaggio più inclusivo nei confronti delle persone transgender e non-binary. Persone a cui, sulla base dei propri cromosomi, è stato attribuito il genere femminile alla nascita, ma che hanno la percezione di sè come uomini (e quindi sono tali), oppure che non si identificano nel binarismo di genere uomo-donna.

Parliamo di persone che hanno il ciclo ma che sicuramente non si rivedono nelle pubblicità per assorbenti che parlano rivolgendosi alle donne, spesso esaltando e rimarcando quando le mestruazioni siano qualcosa che riguarda esclusivamente le donne, come lo stesso recente slogan della Lines che recitava «Ogni giorno la donna che sei».

Il noto marchio specializzato in prodotti per l’igiene intima ha pubblicato recentemente un semplice ma efficace articolo sui concetti di identità di genere e orientamento sessuale. Inoltre, come si può vedere da un commento della pagina Facebook di Lines, screenshottato e pubblicato dalla pagina Facebook Alpha Woman, viene scritto con estrema semplicità che ci sono donne che non hanno il ciclo (come ad esempio le donne trans) e uomini che invece ce l’hanno (come ad esempio gli uomini trans). «I nostri prodotti sono per chiunque ne abbia bisogno» rimarca Lines.

https://www.facebook.com/alphawomanofficial/photos/a.155002121612021/1122958728149684/?type=3&theater

Il semplice concetto di identità di genere sottolineato dal marchio ha dato vita a centinaia di commenti derisori e privi di una minima cultura sull’argomento, tant’è che c’è chi pensa che Lines si riferisca a uomini cisgender o donne transgender (con le immancabili battute sugli assorbenti interni).

Ma non è tutto: c’è chi si sente urtato o minacciato fino al punto di tirare in ballo le fantomatiche lobby LGBT. Un esponente politico di Gioventù Nazionale scrive su Instagram: «Anche Lines si adegua all’idea delle lobby lgbt per cui tutto è relativo e, dunque, possibile… L’identità di genere sarebbe una percezione ma un dato di fatto naturale. Uomo e donna sarebbero stereotipi da superare, tabù… e, in nome del “tutto è possibile” si arriva anche ad affermare che i maschi possono aver il ciclo… Mi si spieghi come però visto che è anatomicamente e biologicamente impossibile!». Lines in realtà non ha parlato di “maschi con il ciclo” ma di “uomini”, così come i tabù e gli stereotipi erano riferiti, nella sezione dedicata all’orientamento sessuale, all’accettazione della propria sessualità e non al sesso biologico.

A scagliarsi contro Lines è anche il sito di notizie Ad Hoc News, che a proposito del linguaggio inclusivo scrive: «Un linguaggio […] in linea con il concetto di politicamente corretto che imperversa e va tanto di moda nelle decadenti società Occidentali e che ha come finalità ultima, a detta dei suoi stessi fautori, di essere neutro, che tende quindi ad appiattire tutto e tutti». Ma il paradosso arriva nelle conclusioni quando l’autore dell’articolo di opinione chiude chiedendo che venga preservata «la ricchezza delle diversità».

È possibile che la nostra società sia così riluttante al progresso scientifico e all’adozione di un linguaggio rispettoso e inclusivo? Alcuni uomini hanno il ciclo, facciamocene una ragione.