Verso le 2 di questa notte è stata approvata in Commissione Giustizia alla Camera la legge contro l’omotransfobia e la misoginia. L’importante risultato, che è il primo passo di un iter ancora tutto in salita, è arrivato al termine di una lunghissima giornata in cui la maggioranza ha finalmente trovato compattezza mentre, come preannunciato, l’opposizione ha fatto ostruzionismo.
Dopo l’ormai famosa «clausola salva-idee», che secondo i tecnici non dovrebbe stravolgere l’effetto della legge ma che lancia un messaggio politico e sociali non dei migliori – ovvero che le discriminazioni possano avere a che fare col libero pensiero -, è stato snellito l’articolo relativo alla giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.
Verranno inoltre introdotte nel testo, tramite un emendamento, le definizioni di sesso, genere, identità di genere e orientamento sessuale, su richiesta del Comitato per la legislazione della Camera, attraverso il parere del relatore Giovanni Luca Aresta del Movimento 5 Stelle. Trovata l’intesa, i cattodem hanno ritirato i propri emendamenti per favorire l’arrivo in aula del ddl Zan il prossimo 3 agosto, per la discussione generale. Il M5S, invece, era l’unico partito a non presentare alcun emendamento.
Alessandro Zan ha espresso soddisfazione per il risultato e ha dato appuntamento a oggi per una diretta sulla propria pagina Facebook per delle «novità importantissime». Decisamente meno soddisfatti i deputati di Lega e Fratelli d’Italia, con qualche malumore anche in Italia Viva; oltre ad aver richiesto di togliere il riferimento al “genere”, prima di giungere all’accordo, i renziani volevano stralciare l’articolo 4, quello sulla vulnerabilità delle persone LGBT.
https://www.facebook.com/alessandro.zan/photos/a.244809752352499/1632771793556281/?type=3
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