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Censurato il manifesto di Achille Lauro in croce. Lui: «Me ne frego»

Lauro De Marinis, in arte Achille Lauro, quest’oggi ha rilasciato il nuovo album dal titolo 1990 che vede la collaborazione di diversi artisti come i rapper Ghali, Gemitaiz e Capo Plaza, ma anche Annalisa ed Alexia. Il disco, che celebra il suo anno di nascita, contiene delle canzoni che negli anni ’90 hanno visto il loro grande successo come Be my lover di La Bouche e Sweet Dreams che, pur non essendo di quegli anni, è stata però riportata al successo da Marilyn Manson.

Nel corso della scorsa settimana sui suoi profili social aveva man mano svelato le canzoni che sarebbero state contenute nel disco e con chi le avrebbe interpretate. Arriviamo però al 22 luglio, quando su Facebook posta un’immagine di se stesso, raffigurato però da una bambola che ne riproduce fedelmente le fattezze, steso su di una “croce” rosa formata da tanti marshmellow.

Questa immagine sarebbe dovuta essere affissa in Corso Como a Milano per appunto annunciare l’uscita del disco ma la si è dovuta sostituire in quanto ritenuta blasfema e veicolo di offesa per i cittadini cattolici. Achille al post di “denuncia” su Facebook allega una didascalia che recita: «Questa è l’immagine che avreste visto oggi nel maxi-cartellone di Corso Como a Milano ma la pesante mano della censura delle pubbliche affissioni lo ha impedito. Io invece la regalo a tutti voi e come sempre “Me ne frego”».

https://www.facebook.com/AchilleL/posts/2913046322155675

L’immagine precedente è stata sostituita da un’altra in cui il cantante appare sempre in versione bambola, con altissimi stivali neri di latex accompagnati da boxer e giacchetta glitterati in groppa ad un unicorno. Lauro propone dunque ancora una volta un’immagine di sè che sfida la mascolinità tossica e gli stereotipi di genere.

https://www.instagram.com/p/CC-105kouaJ

Prima di Achille Lauro, anche Madonna

Già in passato un’icona della musica mondiale, vale a dire Madonna, venne accusata di blasfemia quando nel 2006 durante il Confessions Tour andò ben oltre la provocazione di Achille Lauro. Lo show si basava sull’utilizzo di simboli sacri e come non ricordare la “crocifissione” della cantante con tanto di corona di spine in testa. In 14 anni le cose non sembrano cambiate.