Dopo la scadenza di mercoledì scorso per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge contro l’omotransfobia e la misoginia, oggi in un articolo di Simone Alliva per L’Espresso vengono rese note alcune delle 1017 proposte emendative, avanzate prevalentemente dalla Lega e da Fratelli d’Italia.
Oltre al chiaro intento ostruzionistico di tali proposte, emergono due strategie distinte tra i cugini sovranisti: se i primi la buttano in vacca chiedendo di inserire anche le discriminazioni verso chi è calvo o non ha un’adeguata igiene personale, oltre a tirare in ballo per l’ennesiva volte la pedofilia, il partito di Giorgia Meloni cerca di smantellare la proposta di legge a colpi di categorie protette, libere di discriminare in nome della religione o della famiglia tradizionale.
Carolina Varchi, Ciro Maschio, Enzo Pagano ed altri deputati di Fratelli d’Italia hanno firmato alcuni emendamenti al fine di introdurre una lunga lista di persone e circostanze nelle quali la legge non verrebbe applicata, vale a dire «se le associazioni, il movimento o il gruppo operano con finalità di promozione della famiglia», «nell’ambito di relazioni inerenti la condivisione di percorsi di natura religiosa», da parte di «Onlus o realtà no profit» o di chi opera «con finalità culturali» o «religiose». Viene poi chiesto di non applicare le pene previste dalla legge se l’atto avviene a scuola, in università o nel corso di un convegno.
La serie di emendamenti ricordano molto il cosiddetto «emendamento salva omofobi» che fece saltare l’approvazione del ddl Scalfarotto nel 2013. In nome della religione o della “difesa” della famiglia tradizionale, si vuole fare in modo che partiti, associazioni, sacerdoti e docenti possano continuare indisturbati a incitare all’odio. Non sembra propriamente un caso che, oltre ai preoccupati vescovi, sarebbero libere di discriminare proprio i partiti con posizioni anti LGBT e quelle associazioni che promuovono online le terapie riparative e che stanno, da settimane, diffondendo fake news al fine di affossare una legge che andrebbe a tutelare le minoranze sessuali.
Ma gli emendamenti di Fratelli d’Italia non sono gli unici a minacciare l’approvazione di una legge giusta ed efficace. Una concreta minaccia giunge anche da Forza Italia, che tramite il deputato Enrico Costa vuole tener fuori dalla legge quelle che un giudice considererebbe, a propria discrezione, «condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte».
Di fronte alle provocazioni e alle trappole dei sovranisti serve una maggioranza compatta, ne va della dignità e della serenità di tanti cittadini italiani.
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