Per i sovranisti in Italia non c’è alcun allarme omotransfobia, anzi secondo quanto detto oggi da Giorgia Meloni in occasione della manifestazione #RestiamoLiberi davanti a Montecitorio, «non possiamo dire che gli omosessuali in Italia sono discriminati».
Delle dichiarazioni che negano l’evidenza che ogni giorno ci viene raccontata dai quotidiani e dagli attivisti LGBT+: basta guardare la mappa dell’omotransfobia nel primo semestre del 2020. Tale “motivazione” è evidentemente alla base dei 482 emendamenti ostruzionistici presentati da Fratelli d’Italia contro il ddl Zan, a cui se ne aggiungono 493 della Lega, 17 di Forza Italia – tra cui lo stesso che affossò il ddl Scalfarotto nella scorsa legislatura – 14 del gruppo misto, 7 di Italia Viva e 4 del Partito Democratico (di cui 3 dei cattodem e un emendamento tecnico a firma dello stesso Alessandro Zan).
In totale sono dunque 1017 emendamenti. La deputata del M5S Francesca Businarolo ha dichiarato che entro martedì prossimo verrà valutato quanti di essi siano ammissibili per la votazione: «Mi auguro che nonostante la mole degli emendamenti i lavori potranno svolgersi nei tempi utili per rispettare il calendario già stabilito dall’Aula che prevede la calendarizzazione del testo per il prossimo 27 luglio. Abbiamo adottato un buon testo base sul quale sono possibili limature per rendere più condivisa possibile una legge che il Paese attende».
Ritmi serrati per l’approvazione sono stati auspicati anche dal primo firmatario del disegno di legge contro l’omotransfobia e la misoginia, Lega e Fratelli d’Italia «si schierano contro una legge che tutelerà la dignità umana e rafforzerà i principi di uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione».
«Le proposte emendative non devono tendere a bloccare un ddl – ha sottolineato Zan – ma a dare un contributo costruttivo, né tantomeno possono mirare a svuotare il contenuto del provvedimento o introdurre clausole particolari che sviliscono proprio quella dignità umana che noi vogliamo fortemente difendere. Questa legge contribuirà a dare piena cittadinanza a tutte le cittadine e a tutti i cittadini di questo Paese contrastando odio, discriminazioni e violenze inaccettabili».
In riferimento alle parole di Giorgia Meloni, il giornalista Simone Alliva ha pubblicato un post Facebook in cui fa notare alla leader di Fratelli d’Italia che gli omosessuali oltre a essere discriminati, da lei sono anche ignorati. «L’ho inseguita per un anno per chiederle un’intervista sulle questioni lgbt da inserire in “Caccia all’Omo” – rivela Alliva – Ignorato. Lei non li vede neanche le persone lgbt. Figuriamoci se conosce quello che vivono grazie alle sue uscite omofobe».
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Farida Kant: la mia esperienza a Drag Race Italia
2 thoughts on “Lega e Fratelli d’Italia negano l’omotransfobia e presentano quasi mille emendamenti al ddl Zan”
Comments are closed.