Foto: Parrocchia di San Nicola / Facebook

Taranto, parroco organizza una veglia contro la legge contro l’omotransfobia

A Lizzano, in provincia di Taranto, un parroco ha indetto una veglia di preghiera contro il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia e la misoginia, di cui oggi la Commissione Giustizia della Camera ha approvato il testo base.

A denunciare la singolare iniziativa è Francesca Cavallo, scrittrice e attivista lgbti+ della cittadina pugliese. «Don Giuseppe Zito, il parroco della Chiesa “San Nicola” nella quale ho trascorso innumerevoli ore nel corso della mia adolescenza e giovinezza, ha indetto questo incontro di preghiera per stasera – racconta in un post Facebook – Si potrebbe pregare per tutti coloro che hanno perso un proprio caro a causa del COVID. Per le tantissime famiglie in difficoltà a causa della gigantesca crisi. Per le vite spezzate dei migranti in fuga da guerre e povertà. Oppure per le tantissime donne e bambini che vivono situazioni di gravissima violenza domestica, e che a causa del decreto Pillon spesso non riescono a sfuggire all’abuso anche quando riescono a trovare il coraggio di denunciare».

«Ma no. Don Giuseppe vuole che i suoi parrocchiani, i miei compaesani, preghino CONTRO la legge che vorrebbe proteggere persone come me, lesbiche, omosessuali, transessuali, dalle aggressioni di chi pensa che non meritiamo rispetto – spiega l’autrice del best seller Storie della buonanotte per bambine ribelli – Che non basta essere cresciuti sentendoci dire che non eravamo “normali”. Che non basta aver avuto paura e averne ancora tutte le volte che dobbiamo dire a qualcuno che siamo gay. Che non basta non avere pari diritti. Che non basta essere stati privati di quei momenti di amore adolescenziale entusiasta, sfacciato e senza paura. Perché sapevamo che ci avrebbero gridato “ricchiò”. Che ci avrebbero detto “sta lesbica di merda».

«A Don Giuseppe evidentemente piace che la gente possa continuare a odiarci e a esprimerci disprezzo apertamente. È una bella motivazione per una veglia di preghiera, l’odio» conclude Francesca, una dei tanti cittadini LGBT+ che attendono di essere tutelati dallo stato laico in maniera puntuale e specifica.

Parole dure, ma che raccontano un vissuto, probabilmente sulla propria pelle fatto di desiderio di riscatto. Parole crude ma efficaci, che accusano, che mettono nero su bianco l’ipocrisia di chi dovrebbe insegnare l’amore, la tolleranza, il rispetto dell’altro, l’accoglienza di ogni persona e invece si presta a giochetti pseudo-religiosi che nascondono un disegno politico ben specifico, quello di fare pressione sui parlamentari vicini all’area cattolica affinchè affossino o modifichino al ribasso il ddl Zan che è stato approvato oggi in commissione giustizia alla camera.

Iniziative come queste non hanno nulla di religioso e niente a che vedere con il mesaggio evangelico. Chi se ne fa promotore, con la scusa di interpretare la volontà del proprio dio, induce i fedeli ad avere una visione distorta della realtà e non entrando minimamente nel merito della questione si limita a percorrerne la superficie, generando una fazione da contrapporre alla libera determinazione degli individui e al riconoscimento della dignità di ogni individualità, generando l’odio.

«L’odio non può essere un’opinione mai, avrebbe dovuto già insegnarcelo la storia e invece siamo ancora qui a dover difendere spazi di libertà conquistati con fatica e dolore. Accogliamo volentieri l’invito dell’amica Francesca Cavallo dove dice: “Se potete, aiutatemi a far girare questo post. Iniziative come questa non devono passare sotto silenzio, per il bene di tutti quegli adolescenti che leggono di un’iniziativa come questa e pensano di essere sbagliati. Io sarei potuta essere tra loro”. Avremmo potuto essere tutti tra loro ma non lo permetteremo più».

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Nel tardo pomeriggio, alcuni ragazzi di Lizzano hanno dato vita a una protesta, affiggendo dei volantini nei pressi della Chiesa di San Nicola con domande come «Dov’è l’Amore?» e «Dio ti insegna a discriminare?», attirando l’attenzione dei Carabinieri che li hanno identificati. Le proteste si sono fatte sentire anche su Facebook, al tal punto che la parrocchia ha deciso di cancellare il post con l’invito al rosario contro il ddl Zan: sarà stata cancellata anche la veglia?

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