Le manifestazioni #RestiamoLiberi e Spazziamo L’Odio, rispettivamente contro e a favore della legge contro l’omotransfobia e la misoginia, non sono state le uniche per quanto riguarda il tema dei diritti LGBT+: a Torino alcune centinaia di persone, soprattutto giovanissimi, hanno fatto sentire la propria voce nelle strade del centro della città sabauda per il Free-k Pride.
Da alcuni anni i gruppi transfemministi e queer torinesi propongono un Pride diverso, che mette al centro i temi del «patriarcato, l’etero-cis-sessualità obbligatoria, il capitalismo, il (neo)colonialismo, il fascismo, il machismo, l’abilismo, lo specismo, l’ageismo, la sessuofobia, la religione» con un approccio che punta più alla rivolta che alla ricerca di una sintesi nel dialogo con le istituzioni.
Il tema principale della manifestazione di ieri è stato quello dei «corpi non conformi, e in particolare i corpi trans, non eterosessuali, disabili, vecchi, tutti i corpi non (ri)produttivi», dimenticati, sanzionati e confinati nelle mura domestiche che, per molte persone LGBT+, sono dei luoghi di reclusione, soprattutto durante la scorsa quarantena.
Partendo da Piazza Castello, il corteo ha fatto sosta in Piazza Palazzo di Città, dove è stata avvolta una sciarpa rosa attorno al collo della statua di Amedeo VI di Savoia, soprannominato il Conte Verde – scatenando l’indignazione delle destre – per poi proseguire verso Porta Palazzo, il cuore multietnico e multiculturale del capoluogo piemontese.
Nella giornata di ieri, il movimento Non Una Di Meno – tra gli organizzatori dell’evento – si è espresso a favore del ddl Zan e, in particolare, delle dicitura «identità di genere», criticata dalle TERF a cui i media generalisti nazionali hanno dato il ruolo di rappresentanza del femminismo italiano.
«A partire dai nostri corpi – scrive Non Una Di Meno sul proprio blog – sappiamo che non ci sono verità nel sesso biologico, ma condizioni materiali di oppressione che su quel sesso si costruiscono. Per questo lottiamo anche per dare spazio a identità di genere impreviste e imprevedibili. E di questa lotta le persone trans e non binarie sono parte integrante».
Il movimento di lotta alle differenze di genere propone poi alcune migliorie: «Reclamiamo più centri antiviolenza, autonomi, per le donne e per persone LGBT*QIPA+, la fine della rettificazione genitale alla nascita per le persone intersex, la piena depatologizzazione dei percorsi di transizione, l’eliminazione delle cosiddette terapie di riconversione».
https://www.facebook.com/nonunadimenotorino/posts/2547000355402344
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