Oggi il Comune di Bologna ha conferito la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, lo studente dell’Alma Mater Studiorum incarcerato in Egitto con l’accusa formale di «diffusione di dichiarazioni che disturbano la pace sociale» e condannato moralmente dalla stampa egiziana in quanto attivita LGBT+.
A inizio dibattito la democratica Simona Lembi, prima firmataria dell’ordine del giorno, aveva chiesto che l’assegnazione venisse «condivisa in maniera unanime dal Consiglio Comunale della città» ma, come c’era da aspettarsi, al voto nell’assemblea cittadina sono mancati i consensi della Lega e di Fratelli d’Italia che, dopo aver taciuto per tutto il dibattito, hanno deciso di non partecipare al voto.
Umberto Bosco, consigliere della Lega che ha seguito la vicenda pur non essendo presente ieri in aula, spiega a Repubblica: «Non ha i requisiti per ottenere la cittadinanza onoraria. Non abbiamo niente contro di lui, ma si tratta di un cittadino egiziano che ha problemi con l’Egitto. E stiamo parlando di una custodia cautelare, misura di cui fanno ampio utilizzo anche i giudici in Italia. Non è stato condannato o frustrato. Questa è una forzatura piuttosto importante, si sta cercando di creare un personaggio, un martire. E non è detto che lo sia». In realtà, come ha raccontato lo stesso prigioniero alla propria famiglia, Zaki è stato torturato successivamente al proprio arresto, oltre ad aver condiviso la prigione con numerosi altri detenuti in condizioni igieniche disumane.
Di tutt’altra opinione sono il primo cittadino Virginio Merola, che parla di «un altro tassello del percorso che questa città sta facendo per chiedere la liberazione e, soprattutto, un atto coerente perché tutti i nostri studenti sono considerati cittadini di Bologna». «Dedico questo lavoro alla memoria di Giulio Regeni – ha dichiarato Lembi – Ringrazio l’Università di Bologna per non avere mai ceduto ad un principio sacrosanto e i cittadini per aver mantenuto alta l’attenzione. Patrick diventa cittadino onorario di Bologna, perché le libertà che sono alla base della storia più autentica della città sono le stesse alla base dell’agire di Patrick».
La lettera di Zaki alla famiglia e agli amici
La cittadinanza ordinaria viene conferita a Zaki pochi giorni dopo la ricezione di una lettera scritta dallo stesso studente dal carcere, in cui rassicura i parenti e spende una parola per gli amici e i compagni di Bologna, dove rimarrà fino all’udienza per la sua scarcerazione fissata per il 12 Luglio.
«Cari, io sto bene e in buona salute – scrive Zaki – Spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene. Famiglia, amici, amici di lavoro e dell’Università di Bologna, mi mancate tanto, più di quanto io possa esprimere in poche parole. Spero che stiate tutti bene e che il Coronavirus non abbia colpito nessuno dei nostri cari. Un giorno sarò libero e tornerò alla normalità, e ancora meglio di prima».
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