Il dibattito sul disegno di legge Zan contro l’omotransfobia si è improvvisamente acceso dopo che ieri la Conferenza Episcopale Italiana ha espresso la propria contrarietà alla proposta e ha parlato, senza aver letto il testo, di «derive liberticide».
La bozza di quel testo, frutto della sintesi di ben 5 diverse proposte, è infatti stata pubblicata per la prima volta solo questa mattina in un articolo di Simone Alliva per L’Espresso. Alla luce del disegno di legge, il pericolo – paventato con una non tanto velata coda di paglia dai vescovi del nostro Paese – che le “opinioni” anti LGBT possano essere punite appare del tutto infondato e strumentale.
Per quanto riguarda il codice penale, l’aggravante della discriminazione sulla base di «genere, orientamento sessuale e identità di genere» viene aggiunta ai «motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi» già previsti dagli articoli 604 e 90.
Tuttavia, come lo stesso Alessandro Zan (primo firmatario del ddl) aveva anticipato, dal disegno di legge viene escluso il reato di propaganda anti LGBT, come avviene già per i motivi religioni e a differenza di quanto è previsto, invece, per la propaganda razziale. In parole povere, vescovi e compagni potranno continuare a sostenere che il matrimonio tra persone dello stesso sesso sia sbagliato, che la gestazione per altri non debba essere permessa della legge e tutte le altre posizioni retrograde e prive di fondamento scientifico che vengono puntualmente rivendicate da parte della Chiesa e del centrodestra. In pratica, tutto il contrario di quello che viene affermato nel video fatto circolare da Pro Vita & Famiglia.
Il disegno di legge prevede inoltre l’istituzione della giornata nazionale contro l’omo-lesbo-bi-transfobia, che sarà fissata il 17 maggio, che non sarà una giorno festivo ma che prevederà cerimonie, incontri e iniziative scolastiche per il contrasto alle forme di violenza e discriminazione per i motivi che sono oggetto della legge.
Si passa poi alla prevenzione e al contrasto dell’omotransfobia con un incremento di 4 milioni del fondo delle politiche per le pari opportunità, al fine di istituire un programma per realizzare dei consultori su tutto il territorio nazionale per garantire un supporto legale, sanitario, psicologico e di mediazione sociale alle vittime di violenza omotransfobica e a coloro che sono vulnerabili per via del proprio orientamento sessuale o per la propria identità di genere. Se la legge dovesse essere approvata, le persone LGBT verranno dunque considerate soggetti vulnerabili e l’ISTAT realizzerà con cadenza almeno triennale delle indagini sui fenomeni legati all’omotransfobia, misurando le discriminazioni e le violenze, oltre che studiare le carattestiche dei soggetti a rischio.
Il testo verrà depositato in Commissione Giustizia martedì 16 giugno e votato dai deputati il giorno mercoledì 17. «Difendere questa legge è quello che serve adesso – scrive Alliva su Facebook – Leggerla, capirla aiuterebbe».
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Farida Kant: la mia esperienza a Drag Race Italia
9 thoughts on “Legge contro l’omotransfobia, il testo del disegno di legge Zan sbugiarda la CEI”
Comments are closed.