Ha fatto clamore in tutto il mondo il gesto scellerato di Sofia Talouni, che ha messo a rischio la vita di centinaia di persone in tutto in Marocco dopo aver suggerito ai propri follower di installare app come Grindr o Planet Romeo per scovare gli omosessuali nelle proprie vicinanze.
La conseguenza è stata l’outing di massa nel Paese africano. Il New York Times parla di 50-100 persone uscite allo scoperto contro la propria volontà, con ragazzi minacciati ed esposti sui social network, altri allontanati dalla propria famiglia e, stando al tweet di un giornalista marocchino che vive a Parigi, un caso di suicidio. Molte altre persone vivono tuttora nel terrore nella paura di essere scoperte, in un Paese che criminalizza gli atti omosessuali e con un’elevata omofobia.
L’influencer – che si identifica come uomo omosessuale – è tornato sulla questione affermando di dispiacersi per quel che è successo ma che non si pente delle proprie azioni. In un’intervista rilasciata alla cantautrice marocchina Faiçail Azizi e riportata su The Moroccan Times, Talouni ha rivelato: «In tutta onestà, non volevo fare outing, ma hanno iniziato loro questa guerra. La comunità gay marocchina ha condiviso il mio profilo su molti gruppi Facebook e ha incoraggiato le persone a segnalarmi in modo che il mio account venisse disattivato».
«Volevano farmi uccidere condividendo il mio account con gruppi radicali religiosi e dire loro “Ehi ragazzi, questo ragazzo sta distruggendo i nostri valori islamici e quelli della nostra società come marocchini – ha sostenuto – Prima erano soliti scattare foto e video e condividerli ovunque, in migliaia di gruppi di Facebook, fornendo ai marocchini collegamenti ai miei account di social media per segnalarmi, dicendo loro di “segnalare quegli account per essere disattivati”. Sì, lo ha fatto la comunità LGBT del Marocco, di cui faccio parte».
Sofia pensa che delle persone, non meglio specificate, lo stessero segnaland0 «per invidia», avendo molto seguito ed essendo apprezzato dal popolo marocchino. «Mi sento male per le persone LGBT che vivevano la loro vita normalmente e non avevano nulla a che fare con questa controversia – ha confidato – Per gli altri che mi hanno segnalato, non ho rimpianti di sorta».
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