L’attrazione per i membri della propria famiglia è sempre stato un tabù affascinante. Sicuramente Dakota Lovell e Greg McKeon pensavano a questo durante le riprese di “My Favorite Uncle”, film della serie Family Dick della Say Uncle.
La scena si apre con un dolce studentello che riposa sul piano cottura della cucina. Una cucina pulitissima, senza una briciola della sera prima in giro e, soprattutto, senza elettrodomestici funzionanti.
A svegliare il ragazzo, ricordandogli che deve andare a scuola, arriva lo zio, che si offre di preparargli la colazione portandogli dei cereali senza latte. Con fare atletico lo zio si butta un cereale in bocca e sfida il nipotino a prenderne uno al volo anche lui. Il nipote, genialmente, chiude gli occhi, fallendo per ben due volte l’impresa.
Al che lo zio, mosso a pietà, gli infila con un dito la cacazzella di cereale in bocca. E qui inizia il dialogo surreale:
«Ma zio, non vale! Me l’hai messo tu col dito!»
«È perché hai delle labbra così belle»
«Non ho mai visto le mie labbra, fammi una foto con questo cellulare»
E lo zio gli mette prima un dito, poi un secondo senza che il ragazzo abbia nessun riflesso faringeo e gli scatta una foto.
«Zio, non ho mai visto nemmeno le mie labbra succhiare un c***o », detto così, come se gli stesse chiedendo di prendergli un bicchiere d’acqua.
«Ma sì, a zio, inginocchiati che te lo faccio provare»
E via di lavoro di bocca, con tanto di deep throat e finto conato. Perché diciamocelo, se non ti hanno fatto nulla le dita in gola che non ti aspettavi, figurati se ti può fare effetto un attrezzo che sai già che fine deve fare.
Potevano fermarsi, timorosi dell’arrivo della donna delle pulizie o di altri parenti, ma hanno preferito continuare. E qui inizia una tradizione che verrà portata avanti per tutto il video. Il bacio. Cambio di posizione, bacio. Rallentamento del ritmo, bacio. Roba da farci una drink challenge e finire la visione ubriachi e felici.
Ma torniamo a quei due. Lo zio mette il nipote sul piano lavoro della cucina e inizia a praticare del rimming. Per dare il la, lo zio sputa, ma lo sputo non centra il buco, ma becca in pieno una chiappa. Roba da professionisti.
Finalmente quella povera anima del nipote riesce ad essere penetrato su di una sedia comparsa all’improvviso, durante un repentino taglio di scena. Lo zio decide poi di spogliare completamente il nipote togliendogli quell’odiosa camicia a quadri che portava da quando dormiva e, colpo di scena, dopo ben 14 minuti, lo sculaccia. Strano che non abbia sbagliato la mira anche questa volta.
Bacio e cambio di posizione. Cambio di posizione e bacio. Tutto mentre uno doveva andare a scuola e l’altro, presumibilmente, a lavoro. Finalmente questo mediocre rapporto sessuale in cui il passivo non inarca la schiena e l’attivo non sa muoversi, giunge alla fine.
Lo zio, altruista come sempre, fa raggiungere l’orgasmo all’ingrato nipote che, infastidito dal suo tocco insistente, lo allontana con le mani. Il tutto si conclude, come da tradizione, con un facial. Il nipote si dimostra ancora una volta incapace di prendere al volo qualcosa in bocca e fa sporcare i mobili della cucina, oltre che la sua faccia.
Infine, foto di rito per far vedere al nipote quanto siano belle le labbra sporche di panna e un timido «grazie» con vocina tenera del ragazzo che era stato sbattuto fino a poco tempo prima. Nessun cereale a terra, nessuna idea del perché chiunque viva in quella casa non si sia fatto vivo, un’assenza giustificata da scuola.
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