Dopo l’annullamento dei Pride di Vicenza, Umbria e Parma a causa dell’emergenza sanitaria che sta colpendo il nostro Paese e buona parte del mondo, il Vesuvio Pride ha deciso di rinviare la storica manifestazione dell’orgoglio LGBT+ dal 20 giugno, in pieno Pride Month, al 12 settembre.
Le previsioni dell’evoluzione della pandemia lascia poche speranze per il mese di giugno: se presumibilmente il lockdown sarà terminato, altrettando verosimilmente dovremo convivere per un po’ di tempo con delle misure restrittive e difficilmente gli assembramenti intrinsechi delle parate arcobaleno saranno possibili o consigliabili. Se poi teniamo in considerazione gli apetti logistici e tutti gli eventi che solitamente precedono la marcia, la fattibilità è quasi del tutto compromessa.
Così, mentre circa 200 Pride vengono cancellati o rinviati in tutto il mondo, c’è chi esulta. Tra questi Fabio Tuiach, l’ultra-cattolico consigliere di estrema destra del comune di Trieste, che su Vero ironizza: «Il coronavirus ha fatto saltare 150 gaypride (sic!) in Europa e in USA (in Cina, Russia e Africa non se ne fanno sembra). Parenzo stai attento che potrebbe tornare il fascismo senza i gaypride e tu come fai?».
Il sito cattolico Radio Spada, invece, festeggia con un articolo dal titolo «LGBT disperati: “Il Coronavirus fa saltare oltre 150 Pride”» che esordisce: «Il delicato mondo del grigiore arcobaleno è in tilt: il coronavirus farà saltare le loro tristi carnevalate per l’anno in corso», stuzzicando l’odio omofobico dei propri lettori, che su Facebook commentano esultando. Un utente scrive: «Anche negli eventi disastrosi puo’ esserci qualcosa di buono e c’è pure più di qualche altro aspetto da apprezzare oltre a questo». Una signora sposa il pensiero dell’arcivescovo Viganò: «Ora capisco perché c’è il Corona virus per loro e per tanti altri problemi che ci affliggono, e fanno tanto male al Signore».
Non serve sottolineare come la pandemia non renda meno urgente la rivendicazione dei diritti LGBT, soprattutto ora che a causa del lockdown molti minori (e non solo) sono bloccati in casa, vittime della violenza psicologica dei propri genitori che non accettano il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere. Oltre ad aiutare questi giovani con un supporto a distanza, le associazioni LGBT+ stanno dando il proprio contributo contro l’emergenza sanitaria e sociale.
Già diverse settimane fa, il presidente di Omphalos LGBTI, associazione all’interno del coordinamento dell’Umbria Pride, aveva scritto una lettera al sindaco di Perugia per comunicare la disponibilità dell’associazione e dei volontari «a prendere parte ad iniziative e attività, sotto il coordinamento delle istituzioni, volte ad assicurare assistenza e servizi utili alla collettività».
Nelle ultime ore, anche l’associazione Pride Vesuvio Rainbow si è resa protagonista di un bellissimo gesto di solidarietà. «PRIDE Vesuvio Rainbow e gli organizzatori del Vesuvio Pride hanno scelto di esserci nel collaborare, con i propri volontari e le proprie volontarie, con le strutture che sul territorio stanno dando una prima risposta concreta ai bisogni di famiglie e persone in difficoltà e di devolvere a queste strutture il denaro raccolto per la realizzazione del Pride 2020» ha scritto in una nota il presidente Danilo Di Leo, che ha messo a disposizione un link per effettuare una donazione tramite PayPal.
Mentre i fondamentalisti cattolici festeggiano per i Pride cancellati, predicano l’odio e invitano i fedeli a creare degli assembramenti per pregare, molti attivisti LGBT+ stanno offrendo il loro contributo concreto in tutto i mondo e si stanno dando appuntamento il prossimo 27 giugno per il Global Pride 2020, una grande manifestazione virtuale che permetterà di celebrare l’orgoglio anche durante la terribile crisi che stiamo vivendo.
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