Aggiornamenti sulla vicenda del ragazzo pestato a Cesenatico lo scorso 1 febbraio. Ancora molto spaventato, il giovane ha deciso di presentarsi, nella giornata di ieri, a una conferenza stampa organizzata da Arcigay per raccontare l’episodio. «Ho deciso di denunciare perché spero che le cose cambino: mi hanno pestato e offeso perché sono omosessuale».
Diego (nome di fantasia) non ha dubbi su questo e, nel ripercorrere quei momenti, precisa subito che l’aggressione non è avvenuta in bagno, come qualcuno ha sostenuto, «bensì a ridosso della pista», smentendo le dichiarazioni dei dirigenti del locale in cui ha avuto luogo il pestaggio. Viaggiando tra i ricordi della serata, in conferenza, si è cercato di ricostruire l’accaduto. Un gruppo di otto persone avrebbe accerchiato la vittima durante la serata LGBT-friendly e lo avrebbero colpito sino a fratturagli il naso e procurargli un’emorragia. Ad aiutarlo solo una ragazza trans, anch’ella precedentemente strattonata in pista, che dopo averlo portato in bagno per tentare di fermare il sangue, lo ha seguito anche in ospedale.
I legali che seguono il caso hanno parlato della denuncia sporta contro ignoti e delle conseguenze delle percosse subite. Inoltre, il giovane ha fatto presente di aver raccontato quasi subito ad un buttafuori cosa gli fosse successo, una volta rientrato per identificare i colpevoli, però, un secondo buttafuori si sarebbe messo in mezzo sostenendo che i ragazzi segnalati non potessero essere i colpevoli. Ora, gli inquirenti stanno lavorando con le immagini delle telecamere di sicurezza per identificare il gruppo.
Dalle parole del giovane emerge molta delusione, la rabbia per essere stato insultato e colpito a causa del suo modo di vivere la vita in un luogo che riteneva sicuro. Ora, la paura ha inevitabilmente cambiato il suo modo di comportarsi: «Non lo nascondo, ho paura. Ho paura a tenere il mio ragazzo per mano al cinema, ad andare a comprare nel solito supermercato perché temo che quei ragazzi mi riconoscano. Il mio fidanzato è più giovane di me e l’ho sempre aiutato a non vergognarsi della sua omosessualità, ma adesso sono io che cerco di nascondermi per timore di diventare un bersaglio. Sto modificando le mi abitudini e i posti che frequento. La mia famiglia teme per la mia incolumità, sta vivendo giorni di grande ansia. È terribile essere picchiati e insultati perché si è se stessi».
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