Foto: The Nation

Da schiavo a queen: la prima drag della storia risale all’Ottocento

Si chiamava William Dorsey Swann, ma i suoi amici lo conoscevano come The Queen. Era uno schiavo e cent’anni prima di Stonewall lottava per i diritti LGBT vestito da drag queen.

La straordinaria scoperta del giornalista ed ex drag queen Channing Gerard Joseph, riportata dallo stesso per il quotidiano The Nation getta una nuova luce sulla storia della cultura queer. Joseph, ricercatore storico e professore per la University of Southern California’s Annenberg School for Communication and Journalism, si imbattè nella storia di Swann circa 15 anni fa, quando scoprì una copia del Washington Post del 13 aprile 1888 in cui si riportava la notizia dell’arresto di tredici uomini di colore vestiti da donna. Secondo quanto riportato da altre testate dell’epoca, poi, lo stesso Swann avrebbe provato a opporre resistenza alla polizia, in una rivendicazione ante litteram dei diritti LGBT.

Pur essendo la prima volta in cui la stampa riportava il nome della Queen, quella del 1888 non fu la prima retata della polizia nei locali in cui si trovava Swann, tanto che anche una notizia del The Washington Critic del 1887 riportava «Sei uomini di colore, vestiti con un elegante abbigliamento femminile, questa mattina sono stati scortati nel distretto di polizia con l’accusa di essere persone sospette. Quasi tutti indossavano abiti di seta a collo basso e maniche corte, nonché corsetti, lunghe calze e tutto ciò che serve per completare un abito femminile».

Secondo quanto riportato da Joseph nel suo libro The House of Swann, William Dorsey Swann aveva creato una struttura comunitaria del tutto simile ai drag ball del secolo scorso, con tanto di famiglie e “casate” su cui regnava come regina incontrastata. Persino i balli che si facevano, caratterizzati da movenze esagerate e ritmate, assomiglierebbero al vogue.

Con la diffusione della notizia di questo gruppo di uomini in abiti da donna, anche la comunità scientifica del tempo si interrogò sulla natura e la sessualità dei protagonisti, tuttavia, mancando ai tempi i termini “crossdresser” e “identità non binaria” quello che possiamo leggere risulta grottesco. Nel 1893 lo psichiatra Charles Hamilton Hughes descrive il gruppo di Swann in una rivista medica come «organizzazione di erotopati colorati» e una «banda lasciva di pervertiti sessuali», mentre il collega Irving C. Rosse ne parla come di «una banda di uomini negri con caratteristiche androgine».

Dopo il ritiro di William Swann dalle scene, il suo fratello minore Daniel J. Swann ha continuato la tradizione di famiglia a Washington, fornendo costumi per la comunità drag per circa cinque decenni, fino alla sua morte nel 1954. «Venendo da un’epoca in cui si stava sviluppando una forma completamente nuova di libertà e autodeterminazione per gli afroamericani -conclude Joseph – Swann e la sua “casa”, i primi americani a tenere regolarmente dei balli di crossdresser e i primi a lottare per il diritto di farlo, hanno gettato, senza dubbio le basi per l’orgoglio e la protesta queer contemporanei».

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