Apple Pie, l’amore merita LGBT+ è un’associazione campana che si occupa di diritti LGBT+. Nata ad Avellino nel 2017, si è da subito impegnata a portare le tematiche arcobaleno nella provincia, luogo in cui gli individui LGBTIA+ sono spesso visti come esseri mitologici in un misto di diffidenza e curiosità. Abbiamo intervistato Antonio De Padova Battista, vicepresidente di Apple Pie e admin della pagina Facebook omonima.
Cosa vi ha spinto a fondare Apple Pie?
Mi balenava questa idea dal lontano 2003, durante il periodo universitario, ma non avevo trovato il coraggio di mettermi in gioco. L’incontro con Mara Festa (Presidente dell’associazione, ndr) e Rebecca Piu, è stato un incontro fortunato: ho parlato con loro della mia esigenza di far capire alle persone che le persone LGBT+ non sono degli “animali alati” e così, mettendo insieme i nostri vissuti è nato, il 18 giugno 2017, il primo “gruppo di parola” di Apple Pie. Cosa ci ha spinto a farlo? L’amore che nutriamo nei confronti del nostro territorio, il desiderio di creare un luogo dove le persone LGBT+ potessero sentirsi a casa e la voglia di non far sentire le persone sole, la possibilità di vivere appieno senza paure.
La vostra mascotte è un coniglio che mangia una torta di mele, come mai?
Apple Pie è un coniglio che rappresenta tutt* coloro che hanno il coraggio di seguire la propria inclinazione e di andare controcorrente. Seduto in un orto di carote, preferisce correre in cucina a rubare torte di mele. Per questo motivo viene deriso e schernito dai suoi simili, ma alla fine riesce a far capire a tutt* che solo perché una cosa è più comune di un’altra, non vuol dire che rappresenti la “normalità”. Le differenze sono fondamentali ed è solo conoscendole che si può imparare a comprendere il mondo che ci circonda. Il coniglio è conosciuto per il suo atteggiamento timoroso, ma si è timorosi quando non si ha la possibilità di vivere in serenità. Quando vuole davvero qualcosa, batte la zampe sul terreno e se la prende.
Quali sono gli obiettivi che si pone la vostra associazione?
Noi di Apple Pie , l’amore merita LGBT+ cerchiamo da sempre di diffondere la “cultura del rispetto” in un clima di convivialità e serenità in cui non vi è un protagonista assoluto, ma tutti sono protagonisti della vita. Attraverso racconti di vita privata, affrontiamo tutte le sue sfaccettature delle tematiche arcobaleno: dal coming out al rapporto genitori-figli, dalle difficoltà nell’ambiente di lavoro a quelle a scuola, dall’omo-bi-lesbo-transfobia all’omogenitorialità e alle unioni civili. In questo modo cerchiamo di aiutare ragazzi e non più ragazzi a confrontarsi con altre persone che vivono e hanno vissuto le stesse problematiche. Nel corso degli anni il movimento si è ampliato e le nostre attività hanno avuto l’obiettivo di lavorare per perseguire la cultura dell’“IO sono OK – TU sei OK” in maniera trasversale ad ogni contesto di vita.
Come mai avete scelto di organizzare l’Abellinum Pride ad Atripalda, un paese di provincia, e non in altre città più grandi?
Fare grandi numeri nelle grandi città è un obiettivo facilmente raggiungibile. Avere un buon successo in una piccola cittadina della provincia di Avellino significa aver seminato bene. La nostra è stata una sfida accolta oltre che da tutti i nostri membri anche da Nancy Palladino, Assessora alle Politiche Sociali di Atripalda. Il nostro intento era quello di raggiungere tutto l’hinterland irpino, per dare a tutt* la possibilità di raggiungerci anche dai paesi più sperduti. Abbiamo sempre creduto che l’unione fa la forza, e che le battaglie per i diritti sono battaglie trasversali e tutti possono scendere in campo per sostenersi senza differenza di categorie. Il nostro progetto ha riscontrato un’ottima risposta da parte della popolazione e il 15 giugno in piazza eravamo quasi 3000 mila persone. A differenza degli altri, il nostro Pride è stato suddiviso in tappe. Ogni tappa era caratterizzata da un tema da proporre alla cittadinanza: famiglie omogenitoriali, transessualità, tematiche ambientali, la vittoria delle donne che hanno sconfitto il cancro, la bellissima testimonianza di Filomena Lamberti donna sfregiata con l’acido dal marito e la toccante testimonianza di un ragazzo omosessuale e diversamente abile.
La foto della nonnina sostenitrice dell’Abellinum Pride è diventata virale. Com’è nato quello scatto?
È mia nonna Eleonora, 85 anni, ma con una mente elastica e apertissima. Due giorni prima dell’Abellinum Pride decisi di fare coming out con lei. Mi disse che non c’era nessun problema e che voleva sostenere l’evento. Prendemmo un cartone e un pennarello, lei dettava e io scrivevo. “L’amore si fà có core”, sua celebre frase, l’ha fatta nominare nonna dell’anno. Il suo sostegno ha rappresentato ciò che vorremmo che avesse ogni ragazzo che ha la forza di aprirsi con la famiglia, un amorevole abbraccio. Non ci aspettavamo che la sua foto avesse tutto questo clamore. Siamo stati invasi da telefonate di giornalisti che volevano intervistarla. La sua foto ha fatto il giro del web, tanto da ricevere più di 50000 likes in una sola giornata. Pensa che durante il Pride la prima domanda che tutti mi facevano era “dov’è tua nonna?”.
Quali sono gli ostacoli che avete trovato sul territorio e come li avete superati?
Gli ostacoli, fortunatamente, sono stati più che altro amministrativi e legati alle relazioni con le istituzioni. Li abbiamo affrontati con molta serenità, continuando a impiegare le nostre energie nel raggiungere gli obiettivi che ci eravamo posti.
Come pensate che la vostra associazione e la vostra pagina Facebook possano concretamente portare un contributo alla causa?
Apple Pie è prima di tutto un punto di ritrovo, una casa aperta per chiunque voglia parlare dei suoi problemi, legati all’odio e alla discriminazione. Facciamo tantissima attività di informazione, perché crediamo che sia il primo passo per fare prendere coscienza alle persone che la violenza è figlia dell’ignoranza. Per chi volesse seguirci noi siamo presenti su Facebook sia con la pagina ufficiale che con un gruppo a cui è possibile iscriversi e su Instagram.
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