Il nuovo singolo di Mahmood, intitolato Rapide, ha già conquistato tutti con l’uscita del videoclip ufficiale, ma in tanti si stanno interrogrando sul suo significato. Il testo appare infatti a tratti criptico mentre, come in Barrio, diverse scene della clip sembrano strizzare l’occhio ai fan LGBT+: Gay.it lo definisce (in modo piuttosto azzardato) «omoerotico» mentre alcuni dei nostri lettori lo hanno interpretato come un coming out, sebbene il cantautore milanese abbia in più occasione affermato di non voler specificare il proprio orientamento sessuale.
Mahmood non si è molto sbilanciato sul significato del testo di Rapide, limitandosi a scrivere «Ora uno dei pezzi più importanti di me diventerà vostro» e a suggerire la metafora con l’emoji di una goccia nei post social promozionali, vale a dire una lacrima, ripresa anche dall’orecchino che indossa nel video. Un altro elemento in questa direzione è la scena della clip in corrispondenza del bridge, dove una lacrima scivola sul volto del cantante e un’onda si infrange di fronte a lui. Inequivocabili sono poi i versi «dimmi cosa c’è / le vedo scendere / sono rapide chiuse nell’iride», mentre risulta più criptica la frase «Nelle tue rapide non cadrò», che potrebbe significare la voglia di non cadere in un pianto oppure il proposito di non farsi ingannare nuovamente dalle lacrime della persona con cui ha una relazione complicata.
Quello che è impossibile non notare è che, come in tutte le canzoni d’amore di Mahmood, non viene mai specificato il genere d’appartenenza dell’amato o dell’amata. La scelta stilistica del vincitore di Sanremo 2019 è ben chiara e permette di rendere i messaggi dei suoi brani ancora più universali. Ci sono tuttavia altri elementi che portano verso la chiave di lettura della relazione tra due uomini, come quello del Love, il bar con narghilè di Porta Venezia (quartiere LGBT-friendly di Milano) citato nella prima strofa. Un preciso riferimento alla famosa serata gay La Boum parrebbe evidente nella parte del testo «Forse non ci sarò / il venerdì a Loreto / se chiami non risponderò», in quanto si tiene nello storico piazzale proprio in quel giorno della settimana. I versi «ora vado a divertirmi / è una cosa comune / dormire con altre persone» possono poi riferirsi alle relazioni aperte, oggi sicuramente più diffuse nelle coppie gay che tra quelle tra uomo e donna, ma che sembrano non incontrare la visione del cantautore che si chiede «ma come si può chiamare “futuro”?».
Se questi elementi possono apparire molto vaghi, il videoclip dà ulteriori conferme. Se per la maggior parte del tempo Mahmood è da solo, in due scene ci sono a fargli compagnia dei ragazzi a torso nudo, che potrebbero rappresentare i partner dei rapporti occasionali che il cantante racconta di avere nel testo. La prima scena ricorda per certi versi il videoclip di How do you sleep?, con il quale Sam Smith ha esibito il proprio orgoglio queer accerchiato da alcuni ballerini. La seconda apparizione dei modelli è invece nella parte finale del video, in cui sono bagnati dalla pioggia e danno vita a una scena che, per quanto per niente allusiva, è molto sensuale (come testimoniano le centinaia di tweet a riguardo).
È difficile capire chi sia il destinatario di questo meraviglioso testo, in quanto il cantante ha sempre smentito i gossip che lo riguardavano, tra cui la presunta relazione con Lorenzo Tobia Marcucci e alcuni atteggiamenti sospetti in vacanza a Mykonos con il produttore Dardust (che ha collaborato anche per questo singolo). Mahmood ha comunque garantito di essere attualmente single, quindi la persona di cui parla nel pezzo fa parte del suo passato, almeno sentimentalmente parlando.
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