Mentre a livello nazionale si discute l’introduzione di misure (anche nel codice penale) contro l’odio omo-bi-transfobico, un’altra regione si aggiunge all’elenco di quelle in possesso di un disegno di legge contro l’omotransfobia. Alcuni giorni fa, i consiglieri della Regione Molise Micaela Fanelli (PD), Patrizia Manzo (M5S) e Vittorino Facciolla (PD) hanno presentato la proposta di legge regionale n.110 dal titolo “Contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”. Obiettivo principale della pdl è garantire «l’autodeterminazione di ogni persona in ordine all’orientamento sessuale e alla identità di genere, assicurando a ciascuno il pieno accesso ai servizi e agli interventi ricompresi nella potestà legislativa regionale».
Tale proposta si basa sui principi stabiliti dalla nostra Costituzione, in particolar modo dall’articolo 3, che recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Pertanto, l’iniziativa legislativa prevede che si adottino gli adeguati strumenti per garantire ad ognuno la libertà di espressione e di manifestazione della propria sessualità e identità di genere, attraverso programmi e progetti finanziati dalla Regione. In aggiunta, è incluso nel progetto l’introduzione nel Piano Sanitario Regionale dei corsi a scopo informativo e di consulenza e sensibilizzazione per le persone LGBT+ e i loro familiari.
Inoltre, larticolo 4 della proposta prevede che la Regione consideri l’opportunità, nei casi di violenza determinata dall’orientamento sessuale e dell’identità di genere di particolare impatto nella vita della comunità molisana, di costituirsi parte civile, devolvendo l’eventuale risarcimento a sostegno delle azioni e degli interventi previsti dal testo della medesima iniziativa normativa presentata dai tre consiglieri.
La proposta di legge è ora passata alla Commissione competente, che dopo l’esame preliminare e l’espressione del parere di rito, la porrà all’attenzione del Consiglio regionale per le determinazioni conclusive.
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