Sanremo 2020, le prime pagelle: saranno i tre rapper a contendersi la vittoria

Dopo il primo ascolto i giornalisti sembrano non avere dubbi: secondo le pagelle, Rancore (a sinistra), Anastasio (al centro) e Junior Cally (a destra) sono in lizza per vincere Sanremo 2020

Venerdì 17 gennaio si sono tenute al Teatro Ariston di Sanremo le prime prove degli artisti in gara nella settantesima edizione del Festival della canzone italiana. I 24 big hanno potuto far ascoltare le proprie canzoni per la prima volta alla sala stampa, che ha già concentrato le proprie attenzioni sui tre rapper in gara, mentre sembra bocciare categoricamente la discussa partecipazione di Elettra Lamborghini, che non sarebbe però la peggiore…

Abbiamo raccolto i voti pubblicati da 10 testate che erano lì a raccogliere le prime impressioni, parliamo de Il Sole 24 Ore, Sky TG24, All Music, Gazzetta, Il Tempo, TGCOM24, Il Mattino, InsideMusic, Pickline e Amica. Dalle medie è venuta fuori una prima classifica che, sebbene sia del tutto prematura, ci può dare delle indicazioni su chi è stato capace di sorprendere e chi non sembra avere buone chance di spiccare il volo.

La differenza tra le posizioni alte e quelle basse della classifica che ne è scaturita non è fatti da sottovalutare, con quasi 3 punti di scarto, una distanza che difficilmente verrà ribaltata dal gusto popolare o dalle rifiniture degli ultimi giorni. Tuttavia è impensabile che il voto popolare si concentri su tre pezzi dello stesso genere, quindi c’è spazio per delle sorprese. Chi sembra poter minare un podio tutto rap sembrano due delle poche donne in gara, ovvero Tosca e Levante; quest’ultima punta, tra l’altro, su un tema sociale che è diventato ancor più importante dopo lo scivolone sessista di Amadeus in conferenza stampa. Ma passiamo alla classifica.

24. Riki – Lo sappiamo entrambi [4½]: La ballad dal testo adolescenziale dell’ex concorrente di Amici è supportata dall’immancabile autotune, ma non basta a convincere la stampa, che sembra non capire come la commissione possa aver ritenuto valido un brano del genere: Riki deve la sua unica sufficienza alla bontà di Massimo Longhi di TGCOM24, che non è comunque mai sceso sotto al 5.

23. Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare) [4½]: La regina del twerking accontenta le aspettative di chi immaginava un pezzo truzzo, spagnoleggiante e ballabile. C’è chi dice che potrebbe diventare un tormentone estivo, lanciato anticipatamente nel freddo inverno della cittadina ligure, ma anche qui l’insufficienza è quasi unanime, con una sufficienza risicata e il 7 di Carmen Guadalaxara de Il Tempo.

22. Enrico Nigiotti – Baciami adesso [5-]: Se Mietta nel 2008 era rimasta poco fuori dalla top10 con un brano omonimo, l’ex concorrente di X Factor e Amici dovrebbe vederla col binocolo, a giudicare dalle prime impressioni dei giornalisti, che parlano di un brano mediocre che parla della forza di un bacio. Enrico Nigiotti sembrerebbe quindi decisamente sotto tono rispetto alla sua precidente partecipazione, con 3 sufficienze ma altrettante insufficienze nette.

21. Alberto Urso – Il sole a est [5]: Tra i peggiori troviamo un altro ex cantante di Amici, e questa volta parliamo del campione in carica, che avrebbe continuato a esplorare il pop lirico che mette in risalto le sue doti vocali. Un copione già visto e rivisto che pare annoiare la stampa, con la sola sufficienza di Carmen Guadalaxara de Il Tempo ma, a differenza dei suoi colleghi finora elencati nessun voto sotto al 4.

20. Giordana Angi – Come mia madre [5]: Anche la seconda classificata dell’ultima edizione di Amici rimane nella comfort zone del brano struggente, stavolta dedicato alla mamma. La sua interpretazione potrebbe emozionare, ma il testo non è all’altezza di brani come Casa, dedicato alla sua ex fidanzata. La Angi ottiene comunque tre sufficienze, tra cui un bell’8 di Fabrizio Basso di Sky TG24.

19. Michele Zarrillo – Nell’estasi o nel fango [5+]: Un testo che parla dei rapporti umani nei tempi moderni, della confusione di questi e della mancanza del coraggio di rischiare. Un brano con delle atmosfere alla Mango che però non fa saltare dalla sedia, con voti che rimangono nella mediocrità e oscillano tra il 4 e il 6.

18. Piero Pelù – Gigante [5½]: Se la Angi si rivolge alla madre, il leader dei Liftiba dedica al nipote una ninna nanna rock che strizza l’occhio all’it-pop. Il testo sembra anche in questo caso poco ispirato e lascia quindi una lacuna colmabile solo da un’ottima performance. Numericamente parlando rimaniamo pure qui nella mediocrità, eccetto l’unico 7 dato da InsideMusic.

17. Le Vibrazioni – Dov’è [5½]: Una ballad pop-rock, più pop che rock, che ripete ossessivamente il titolo del brano nel ritornello. La band di Francesco Sarcina non stupisce e secondo i critici sembra aver perso un po’ di smalto rispetto alla prima partecipazione sanremese. L’unico in disaccordo è Simone Zani di All Music, che parla di una Vieni da me 2.0 dà un buon 7½.

16. Achille Lauro – Me ne frego [6-]: Il cantante rivelazione dell’ultima edizione del Festival di Sanremo torna con un altro brano ritmato e dannato. Dalla droga sembra che Achille Lauro abbia spostato la propria attenzione all’alcol, ma la protagonista della canzone è una donna che lo tormenta. Il gelato al veleno della Nannini diventa panna montata nel testo dell’artista romano, ma si tratta di una citazione probabilmente involontaria quanto quella del titolo. Il primo ascolto divide i giornalisti.

15. Marco Masini – Il confronto [6-]: Il cantautore fiorentino ripropone anche stavolta un brano introspettivo, una visione (auto)critica del mondo che però lascia spazio a uno spiraglio di positività. Tutti i giornalisti ne riconoscono il pregio, ma nessuno sembra impressionarsi, tant’è che Masini risica (in media) la sufficienza e conquista un unico 7, quello di InsideMusic.

14. Rita Pavone – Niente (Resilienza ’74) [6-]: Siamo abituati a vederla scatenata, ma il titolo poteva far pensare a una ballad: la cantante sovranista non delude i nostalgici (parliamo sempre di musica) e porta un pezzo rockeggiante uptempo (o forse semplicemente su di giri). Divisiva quanto Achille Lauro, la Gianburrasca torinese oscilla al momento tra il 4 e il 7½.

13. Elodie – Andromeda [6]: La migliore tra gli Amici di Maria De Filippi è certamente la ragazza di Porta Venezia, che si presenta con un brano ritmato scritto da Mahmood, una firma che non è passata inosservata e che si ritrova anche nelle sonorità. Il brano sembra orecchiabile e parla della fragilità femminile all’interno di una relazione. Il tutto vale una sufficienza che la fa rimanere (di poco) nella seconda metà della classifica, anche in questo caso l’interpretazione potrebbe farle fare il salto.

12. Francesco Gabbani – Viceversa [6]: Con due vittorie su due partecipazioni, di cui una tra i Giovani, il compito di stupire un’altra volta è assai arduo per il cantautore carrarese. I giornalisti parlano tuttavia di una ballad ispirata ma dai toni più seri, un brano non facile che potrebbe crescere nel corso delle 5 serate, proprio come successe con Occidentali’s Karma. Per Simone Zani di All Music il pezzo di Gabbani è da 8, ma per Giuseppe Attardi da Pickline è da 4½, la verità sarà nel mezzo?

11. Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso [6+]: Dopo la lettera alla madre e al nipote, ne troviamo una dedicata alla figlia. Arioso e commovente, il brano di Paolo Jannacci mette quasi tutti d’accordo ma nessuno grida al miracolo, con voti che si discostano di poco dalla sufficienza. L’unica insufficienza grave è di Laura Berlinghieri di Amica.

10. Raphael Gualazzi – Carioca [6½]: A sorpresa, il secondo classificato all’Eurovision 2011 si presenta con un brano ritmato dalle sonorità sudamericane, che si mescolano con il suo falsetto e suoni più elettronici. C’è chi parla di latin urban, chi di salsa, è una performance difficile da immaginare per chi non ha ascoltato questo eclettico brano, che dovrebbe valere un discreto piazzamento senza però ambire alla vittoria.

9. Diodato – Fai rumore [6½]: Dopo l’originale collaborazione con Roy Paci, il cantautore pugliese torna all’Ariston con una bella ballad che parla del tema più mainstream del festival, l’amore, ma lo fa bene. A dare quel qualcosa in più sono il piano e l’accompagnamento della batteria, che confermano l’attenzione di Diodato ai suoni. Se da un lato è gravemente insufficiente per Francesco Prisco de Il Sole 24 Ore, che gli dà un 4½, per Carmen Guadalaxara de Il Tempo è un pezzo da 9.

8. Irene Grandi – Finalmente io [6½]: Dopo il successo de La Tua Ragazza Sempre, la partecipazione di quest’anno della cantante toscana con un testo di Vasco è tra le più attese. La stampa sembra soddisfatta, Irene Grandi sembra aver portato quello che tutti si aspettavano: un brano rock che parla di amore e di libertà. Forse si poteva osare di più, ma tra le pagelle piovono i 7, il più severo è InsideMusic con un 5.

7. Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr [7-]: La ricetta è la stessa che ha consacrato band del panorama underground come i Perturbazione e Lo Stato Sociale. La band veneta porta un pezzo ironico e originale, dal ritornello orecchiabile, puntando sull’effetto novità che potrebbe renderli la rivelazione di Sanremo 2020. La canzone sembra adatta al grande pubblico, grazie a un lavoro che i Pinguini hanno fatto per presentarsi in una veste più pop. Anche qui piovono i 7, ma per Federico Vacalebre de Il Mattino è solo un 5.

6. Bugo e Morgan – Sincero [7-]: L’unico featuring di questa edizione sembrerebbe sorprendente. Sebbene Morgan non abbia fatto bene con la sua ultima partecipazione a Sanremo con i Bluvertigo e uno come Bugo non lo avessimo mai immaginato nella kermesse ligure, il loro brano indie che strizza l’occhio agli anni 80 convince al primo ascolto. Sebbene il 3 di Giuseppe Attardi di Pickline abbassi notevolmente la media, lo strano duo potrebbe essere la vera sorpresa di quest’anno. Ci scommettono Carmen Guadalaxara de Il Tempo e Laura Berlinghieri di Amica, che al brano danno un 8 pieno.

5. Levante – Tikibombom [7-]: La cantante siciliana cresciuta a Torino è tra gli artisti più attesi di questa edizione, sia perché è il suo debutto, sia per la tematica sociale trattata nella sua canzone dal titolo onomatopeico. Il brano è pop ma non proprio immediato, le attenzioni sembrano rivolte più al testo che alla melodia. La canzone è per tutti più che sufficiente, per Fabrizio Basso di Sky TG24 vale un 8.

4. Tosca – Ho amato tutto [7-]: La donna con la media più alta è a sopresa la cantante romana, che si presenta con una ballad ariosa che parla d’amore. Non manca nulla: l’interpretazione è convincente, il testo non ha tempo, anche la musica è molto curata. Se per Simone Zani di All Music è un 5, sono in tre a darle un 8.

3. Junior Cally – No grazie [7+]: Il cantante mascherato porta un brano che parla di politica con delle shade, nemmeno tanto velate, a Matteo Renzi e a Matteo Salvini: la polemica è assicurata. Il ritmo è martellante e la performance dovrebbe stupire, tant’è che ha messo d’accordo quasi tutti i giornalisti, che hanno dato voti attorno all’8. La voce fuori dal coro è Giuseppe Attardi di Pickline, che lo stronca con un 4.

2. Rancore – Eden [7+]: Un brano di denuncia contro la guerra e il terrorismo, un rap su una musica classicheggiante che cita la guerra in Siria e l’attentato alle Torri Gemelle. Rancore sembra aver fatto centro con una canzone che invita alla riflessione, capace di conquistare il parere positivo di tutti i giornalisti e in particolare quello di Simone Zani di All Music che gli dà un 8½. Se lo scorso anno Mahmood ha vinto Sanremo dopo il primo posto all’Italian Musica Festival, Rancore promette bene essendosi classificato sul podio del “Sanremo del web”.

1. Anastasio – Rosso di rabbia [7½]: L’ex vincitore di X Factor fa gridare al miracolo con un brano dal ritmo serrato con delle tematiche sociali, come d’altra parte ci ha abituato nei singoli precedenti. La canzone di Anastasio è lo sfogo di una generazione frustrata, un canto di ribellione in cui si rivedranno facilmente i più giovani ma che non lascerà indifferenti anche i più adulti. I voti qui si sprecano, con Carmen Guadalaxara che azzarda addirittura un 10, ma non manca chi lo critica, parliamo anche stavolta di Giuseppe Attardi che si limita a un 5.

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