Checco Zalone torna a disquisire di omosessualità e immigrazione. In vista dell’uscita del suo nuovo film, programmata all’inizio del nuovo anno, il comico barese si concede un’intervista al Corriere della sera, rispondendo a differenti questioni sorte proprio dopo il lancio di Tolo Tolo e della canzone “Immigrato”.
Innanzitutto, gli omosessuali sembrano essere il tarlo del cabarettista dato che, come ricorda il Sussidiario, non si era lasciato sfuggire una sua opinione in merito alla legislazione vigente nell’ambito delle adozioni per le coppie dello stesso sesso: «È giusto che ci siano le unioni civili mentre non ammetto l’idea che una coppia omosessuale possa adottare un bambino». Ma Zalone ha questa volta posto l’attenzione sul livello di accettazione della satira da parte dei cittadini italiani, molto suscettibili a suo parere: «Purtroppo non si può dire più nulla. Se riproponessi certe imitazioni di dieci anni fa, tipo quella di Giuliano dei Negramaro, mi arresterebbero. Oggi non potrei scherzare come facevo, che so, su Tiziano Ferro, o sugli uominisessuali».
Quando fu ospite a Sanremo, racconta Zalone attraverso le pagine dello storico quotidiano, che gli fu vietato di fare una gag che aveva proprio a che fare col mondo omosessuale: «Volevo prendere in giro Povia, che aveva fatto una canzone agghiacciante, “Luca era gay e adesso sta con lei”; come se l’omosessualità fosse una malattia da curare. L’idea era salire sul palco dell’Ariston con una medicina in mano, il Frociadil 600, ovviamente una supposta. Gli autori mi fecero capire che non era il caso».
Ritornando al discorso con cui si è aperto l’articolo, molti sono stati i VIP e i NIP a criticare il regista pugliese sulla scelta delle parole inserite all’interno del singolo che accompagna il trailer di Tolo Tolo, “Immigrato”. Heather Parisi, ad esempio, ha polemizzato sul suo profilo Twitter, scrivendo: «L’immigrato di Checco Zalone è un concentrato di luoghi comuni che non ha nulla di ironico. Perché l’ironia è altro, l’ironia consiste nel mostrare che è il suo contrario ad essere più credibile del luogo comune». Zalone ha replicato: «Si sono mossi in milioni per difendermi da Heather Parisi, d’ora in poi Hater Parisi, e dal professor Giuliano Cazzola. Grazie a tutti; ma non era il caso».
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4 thoughts on “Checco Zalone contro le adozioni gay e il politically correct”