Quando si pensa alla “guerra per la toilette”, si associa la frase a tutto meno a ciò di cui vi stiamo per parlare. Al Dipartimento degli Studi Umanistici dell’Università degli studi di Torino, con sede a Palazzo Nuovo, è stata recentemente sede di un particolare avvenimento: gli studenti appartenenti al movimento, dichiaratamente di sinistra, “Studenti Indipendenti”, hanno promosso l’iniziativa per i bagni gender-free, novità in Italia ma non troppo visto il caso altrettanto recente del Comune di Reggio Emilia.
Alcuni giorni fa, infatti, i ragazzi avevano sostituto i cartelli con le indicazioni per “uomo” e “donna” nei bagni dello storico palazzo con degli altri cartelli, su cui erano scritte alcune “categorie binarie alternative”.
«Alcuni studenti si sono trovati davanti alla scelta se andare in un bagno Aperol o nel bagno Campari, se andare in quello per le persone con gli occhiali o in quello per chi non li aveva occhiali, nel bagno per depilati o nel bagno per non depilati e così via», raccontano su Facebook gli attivisti del SI. Nel lungo post precisano che le ragioni sono legate al contrasto degli stereotipi di genere:
In qualsiasi luogo pubblico esistono bagni riservati a uomini e bagni riservati a donne, non permettendo alle persone che sono in transizione di rispettare la propria identità o espressione di genere.
Circa il 2 per cento della popolazione in realtà nasce con caratteristiche cromosomiche o ormonali e anatomiche varie e non definibili all’interno del binarismo di genere creato socialmente.
Molte persone non si riconoscono nel genere imposto, decidendo di intraprendere o meno percorsi di transizione (che possono essere chirurgici, ormonali o semplicemente sociali senza porre alterazioni fisiche).
Queste persone oltre ad essere socialmente invisibilizzate e stigmatizzate perché non aderenti alla norma, devono quotidianamente subire violenze legate ad una cultura estremamente binaria che le marginalizza.
Un esempio è quello dei servizi igienici.
Ieri però, puntuali come le tasse, gli studenti di destra del Fuan (gruppo di destra un tempo legato al Movimento Sociale Italiano) hanno “annullato” il progetto. «Si tratta di un’iniziativa inutile – attaccano in un loro comunicato – Siamo intervenuti ripristinando la corretta suddivisione di genere dei bagni e ribadendo come, nella presenza di un determinato organo sessuale, non vi sia insita alcuna discriminazione. Noi saremo sempre al fianco di quegli studenti che chiedono un’università normale».
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