Sangue salentino e romana d’adozione, icona di stile e finalista di Drag Race Italia, Farida Kant si è raccontata rispondendo ad alcune nostre domande
Come ti sei avvicinata all’arte drag?
Ho capito che il drag sarebbe stato parte della mia vita quando vidi per la prima volta una drag queen. Era una estate salentina del 2005 e io avevo solo diciott’anni. La drag era Yvonne O’Neill e aveva un’aura piena di onnipotenza, glamour, fascino e sicurezza. È stato proprio lì che è iniziato il mio viaggio. Ci sono voluti otto anni prima di riuscire a trovare il coraggio, abbattere le barriere e i pregiudizi che facevano parte della mia quotidianità, ma una volta abbattute ho incominciato a vivere in pieno il mio estro e la mia creatività. Da quel momento tutto nella mia vita era possibile.
Dove finisce Riccardo e inizia Farida Kant?
Farida è un prolungamento di Riccardo. Riccardo tende a porsi dei limiti dati dalla paura e dalle insicurezze ma grazie a Farida trovo il coraggio di credere e combattere per ciò che desidero è mi fa stare bene. Credo in me stesso e con gli anni ho capito che se desideri una cosa talmente tanto e ci lavori duramente riesci ad ottenerla raggiungendo degli ottimi risultati. Farida è per Riccardo quello che è una tela per un pittore.
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Quando sei stata selezionata per Drag Race Italia ti saresti immaginata in finale?
Il mio scopo era quello di arrivare in finale per mostrare al mondo le mie capacità di artista in grado di interpretare personaggi e stili completamente diversi. Le runway per me non erano solo l’occasione per mostrare dei begli abiti, ma l’opportunità di portare il pubblico in mondi fantastici, passando dalla dolcezza e l’ ingenuità di un Arlecchino color confetto a una sposa colpevole assetata di vita.
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Il tuo livello è molto alto, tanto che il fandom ti considera una Queen pronta per la versione originale del format. Il fatto di saper fare tutto ti ha fatto vivere placidamente la Race o hai sentito una competizione alta?
Non ho vissuto la competizione con le altre, ero molto concentrato sul mio lavoro. Sinceramente ho vissuto un po’ con ansia questo percorso perché non volevo deludere le mie aspettative e quelle delle persone che conoscono bene il mio personaggio e per tutti questi anni mi hanno seguito e sostenuto.
Sei un’ottima designer e i tuoi look hanno ricevuto complimenti da tutto il mondo. Qual è il tuo preferito?Ogni scelta riguardante ai look è stata meditata. Il mood, tessuti, colori, volumi e i dettagli sono state scelte non casuali. Li vivo a tutti gli effetti come delle opere d’arte.
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Chi ti ha più colpito tra le colleghe che hanno gareggiato con te?
Le Riche e Luquisha. Entrambe per la loro sensibilità, la capacità di ascoltare e l’empatia, il coraggio di trovare leggerezza anche nel vivere delle difficoltà, l’amicizia, la coerenza e il rispetto. Con tutte ho trovato grande sintonia e mi sono sempre sentito protetto, come in una vera e propria famiglia.
Conoscevi già Le Riche, con la quale hai un rapporto di amicizia. Pensi che ti abbia aiutato avere un sostegno certo nella competizione?
Con Le Riche collaboravo da diversi anni a Muccassassina, ma senza frequentarci “out of drag”. Durante la Race ho trovato un amico, un complice e una spalla su cui piangere. Farà sempre parte in maniera speciale di questa grande esperienza.
Con Enorma Jean, invece, sembrava ci fossero malumori già da prima della Race. Ora, invece, sembrate in ottimi rapporti. Cosa è successo dalla sua uscita da Drag Race Italia a oggi?
Appena è entrata Enorma nella Race volevo abbandonare il programma. Avendo avuto degli scontri con lei in passato avevo previsto già il futuro. Nonostante i nostri scontri fossero alla luce del sole, ci lega la nostra sensibilità e il modo con qui vediamo quest’arte.
Hai avuto modo di sentire Alessandra Celentano dopo il tuo snatch game?
Non direttamente, ma a quanto pare la mia imitazione l’ha divertita.
Hai un passato ad Amici, ma in una diretta hai detto che non è stato il tuo periodo migliore, come mai?
Lo scoprirete quando uscirà il mio libro.
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Come hanno preso i tuoi la tua presenza nel programma?
La mia famiglia è entusiasta. A mio padre hanno fatto un TSO. Come molti italiani, solo grazie al programma sono riusciti ad apprezzare in pieno l’arte drag. Son orgogliosi di me e felici, non si preoccupano più del giudizio altrui e si godono con me questo momento.
Juri farà drag dopo la splendida figura fatta nella make over challenge?
Juri ama il mondo drag quanto me, ma sashay away!
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Cosa consiglieresti alle Queen della season 2 di Drag Race Italia?
Consiglieri alle queen della prossima edizione di armarsi di carisma e di talento, ma soprattutto di non sottovalutare mai il mezzo televisivo. Può essere soverchiante, omologante, banalizzante, e penalizzare le personalità più complesse o la ricerca di un’espressione più colta e ricercata.
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