Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha convocato un referendum sulla controversa “Legge di Protezione dei Minori”, criticata dagli attivisti LGBT+ e dalla Commissione Europea, che negli scorsi giorni ha avviato un’azione legale nei confronti dell’Ungheria per la violazione di diversi principi della comunità europea. La nuova legge, approvata poche settimane fa, vieta (tra le altre cose) la “propaganda LGBT” nelle scuole e nei media rivolti ai minori, equiparandola alla pedofilia.
«Nelle scorse settimane, Bruxelles ha chiaramente attaccato l’Ungheria per la sua legge sulla protezione dei bambini – ha detto Orban nel video – Le leggi ungheresi non consentono la propaganda sessuale negli asili, nelle scuole, in televisione e nelle pubblicità». Il primo ministro ha aggiunto che il referendum verrà strutturato in 5 domande, tra le quali verrà chiesto ai cittadini ungheresi se sono favorevoli sull’affrontare tematiche legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere nelle scuole.
Si apre uno spiraglio dunque sull’abrogazione di una legge che nelle ultime settimane ha fatto discutere tutta Europa, sebbene non sia ancora nota la data del referendum. Il clima in Ungheria resta tuttavia pesante e difficile per le persone LGBT+. Ieri la ministra per la giustizia, Judit Varga, ha scritto in un tweet: «Conclusione del rapporto sullo stato di diritto della Commissione Ue: il rispetto della lobby Lgbtq sembra essere più importante per le istituzioni Ue della tutela delle minoranze nazionali o della lotta all’antisemitismo».
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Farida Kant: la mia esperienza a Drag Race Italia