Durante una discussione in classe sul ddl Zan, un insegnante di una scuola media di Eboli ha definito le persone omosessuali come «malati» e «scarti della natura».
La vicenda risale a qualche giorno fa, quando in una classe della scuola media Ripa, si era deciso di parlare in classe del disegno di legge contro l’omolesbobitransfobia, l’abilismo e la misoginia. Il tema non deve essere piaciuto al docente, tanto che si sarebbe espresso con parole violente nei confronti della popolazione LGBT+. Per il professore, infatti, oltre ad essere «malati» e «scarti della natura», «alcune persone si mostrano omosessuali solo per darsi un contegno diverso».
Le affermazioni di natura omofobica dell’insegnante hanno, ovviamente, sconvolto gli studenti e le studentesse. I rappresentanti dei genitori hanno contattato la Dirigente Scolastica per far luce sulla vicenda. Sull’accaduto è stata avviata un’indagine interna alla scuola e il docente avrebbe già ricevuto una contestazione verbale.
Le reazioni degli altri docenti e di Arcigay Salerno
Attraverso una lettera, un gruppo di docenti, colleghi del professore omofobo, ha voluto dissociarsi dall’accaduto. «La cultura sarebbe un terreno desolato senza un sostrato etico – scrivono – E l’etica pubblica, in Italia, ha il suo ancoraggio saldo nei valori della Costituzione che dettano parole di uguaglianza».
«La nostra voce scaturisce dalla coscienza civile, prima ancora che dal nostro ruolo di educatori. Siamo estranei a queste parole d’odio che gettano cattiva luce sull’immagine che la scuola ha saputo conquistare in questi anni – concludono – In un’occasione come questa potremmo ripetere, con la voce degli antichi, che “nulla di umano ci è estraneo”».
Sull’accaduto si è pronunciato anche Francesco Napoli, presidente dell’associazione Arcigay Salerno “Marcella Di Folco”. «Siamo sconcertati di fronte a quello che abbiamo appreso – scrive in un comunicato – È ancora più drammatico che queste espressioni arrivino da chi ha la responsabilità di educare e formare le nuove generazioni. Ci rendiamo disponibili e chiediamo alle istituzioni scolastiche di aiutarci a promuovere percorsi di inclusione e di uguaglianza. Sono percorsi di crescita umana indispensabili a contrastare l’impatto che la violenza e le discriminazioni possono avere sulle nuove generazioni».
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