Un ragazzo gay di vent’anni è stato decapitato in Iran dal fratellastro e altri due parenti a causa del suo orientamento sessuale. I famigliari, infatti, avrebbero deciso di ucciderlo dopo aver saputo dell’esonero dal militare per «depravazione morale e sessuale».
L’associazione LGBT+ 6Rang ha riportato la notizia venerdì sui propri canali social. Secondo gli attivisti, tre membri maschi della famiglia hanno rintracciato Fazeli-Monfared dopo aver scoperto perché era stato esonerato dal servizio militare, lo hanno attirato in un posto isolato e lo hanno ucciso.
Gli assassini, racconta Aghil Bayat, partner di Ali, avrebbero poi chiamato la madre del giovane per dirle dove trovare il corpo decapitato dell’unico figlio. Secondo quanto riferito, la donna, a seguito della notizia, ha subito uno shock che l’ha costretta all’ospedalizzazione.
In Iran si può morire perché gay
Il codice penale iraniano criminalizza esplicitamente le relazioni omosessuali imponendo anche la pena di morte alle persone coinvolte in sodomia. Dimostrare che si sia verificato un atto omosessuale è difficile. Tuttavia, nel sistema legale iraniano, un giudice, in base alla propria “conoscenza”, può condannare in modo indipendente una persona.
L’esplicita criminalizzazione di questi atti contribuisce a un intenso senso di paura e vergogna per gli individui che desiderano essere se stessi e vivere liberamente. Crea, inoltre, una cultura dell’impunità per le famiglie che disapprovano i loro familiari LGBT+.
«Gli atteggiamenti culturali della società nei confronti dell’omosessualità sono un vero problema di vita o di morte – ha twittato Gissou Nia, avvocata per i Diritti Umani nel Consiglio Atlantico – Le persone LGBTQI+ subiscono abusi a casa, ma la protezione legale contro i familiari violenti è scarsa. La legge offre ai genitori un’ampia discrezionalità nel disciplinare i propri figli».
RIP Alireza Fazeli Monfared 💔
Brutally killed and disposed of by his family because of his sexuality.
Cultural attitudes in society towards homosexuality are a literal life or death problem. What compounds the problem is when the laws of a state do not provide any protection. pic.twitter.com/rycx8WdELm
— Gissou Nia | گیسو نیا (@GissouNia) May 8, 2021
L’Iran è quindi un luogo molto pericoloso per la comunità LGBT+. Un rapporto dello scorso anno ha rivelato che nemmeno la famiglia è un luogo sicuro. Più del 60% della comunità arcobaleno iraniana, infatti, ha subito violenza domestica.
L’omicidio di Monfared, inoltre, avrebbe causato un pericoloso precedente per quanto riguarda i diritti d’onore. L’esonero dalla vita militare a causa dell’omosessualità attesterebbe incontrovertibilmente l’orientamento sessuale, dando così il la a una serie di violenze.
«L’uccisione di Alireza come conseguenza del suo orientamento sessuale dichiarato sulla sua carta di servizio militare – ha dichiarato 6Rang – ha fornito ancora una volta la prova sui rischi causati dal processo di esenzione dal servizio militare per gli uomini gay iraniani e sottolinea la necessità di una legislazione per prevenire questi rischi per la sicurezza».
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Farida Kant: la mia esperienza a Drag Race Italia