A Neive, provincia di Cuneo, è apparsa nei giorni scorsi una scritta omofoba in una ex cava di ghiaia: «Pulizia. Un giorno riusciremo a uccidere un fr**io di queste parti». Si tratta di uno dei tantissimi episodi offensivi e lesivi della dignità personale di questo periodo, che contribuisce a rendere evidente quanto la legge Zan sia necessaria per la tutela dei diritti umani.
A notare la scritta è stato un cittadino, Giorgio Allerino, che ha raccontato al giornale locale targatocn.it: «Con mio cognato portiamo spesso i cani a fare una sgambata in quella zona lungo il Tanaro, frequentata anche da famiglie, podisti, persone a passeggio. Io mi ci sono imbattuto domenica, la settimana scorsa non c’era. Mi sembrava giusto segnalarla, come manifestazione di un pensiero che andrebbe censurato nel modo più netto».
La sindaca, Annalisa Ghella, avvertita del fatto, ha subito provveduto a far coprire la scritta dicendosi preoccupata per la pulizia e la sicurezza della zona, abbandonata da tempo e che spesso necessita di opere di bonifica. «Parliamo di un’azione di una gravità assoluta, da condannare nel modo più fermo – ha affermato – Un fatto che si inserisce nel contesto di grave degrado che caratterizza da tempo una zona del nostro territorio la cui gestione ci richiede sforzi e risorse degne di miglior causa».
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Guida pratica all’arte del bottoming