La tecnologia all’mRNA di Moderna, usata nella formulazione del vaccino anti-Covid, potrebbe aiutare la creazione di un nuovo vaccino contro l’HIV. A sviluppare il nuovo farmaco l’associazione no-profit International AIDS Vaccine Initiative (IAVI) e lo Scripps Research Institute di La Jolla, in California.
L’HIV colpisce più di 38 milioni di persone in tutto il mondo. Quando fu scoperto per la prima volta come causa dell’AIDS all’inizio degli anni ’80, i ricercatori pensarono che un vaccino per questo virus potesse essere creato rapidamente, come era stato fatto per malattie come il morbillo, la varicella e l’epatite B.
L’allora Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Margaret Heckler, aveva previsto nel 1984 che un vaccino sarebbe stato disponibile entro due anni. Tuttavia. i ricercatori hanno presto scoperto che c’erano più ostacoli di quanto pensassero inizialmente. L’HIV è tra i virus per cui è molto difficile creare un vaccino: ciò dipende, in gran parte, dal suo rapido tasso di mutazione che gli consente di evolversi costantemente ed eludere il sistema immunitario. Il virus, tra l’altro, ha anche molti sottotipi diversi. Un vaccino che offre protezione contro un sottotipo di HIV, pertanto, potrebbe essere inefficace contro un altro.
Il nuovo vaccino, sperimentato da IAVI, ha dimostrato di produrre un precursore degli anticorpi anti-HIV in 47 dei 48 soggetti su cui è partita la Fase I della sperimentazione clinica. Analogamente al meccanismo di azione del vaccino anti-Covid Moderna, stimola la produzione di proteine del sangue specializzate ad attaccarsi alle proteine di superficie dell’HIV chiamate spike. In questo modo si potrebbe, teoricamente, impedire l’ingresso del virus all’interno delle cellule.
La collaborazione con Moderna
Il vaccino testato nel recente studio non è stato sviluppato di per sé utilizzando la tecnologia mRNA. IAVI tuttavia ha dichiarato che il prossimo passo sarà la collaborazione con Moderna per sviluppare una versione basata su mRNA del trattamento. «L’utilizzo dell’mRNA – afferma l’associazione – potrebbe accelerare in modo significativo il ritmo di sviluppo del vaccino contro l’HIV. Questo proprio a causa delle caratteristiche che lo hanno reso essenziale per il rapido sviluppo di un vaccino COVID-19».
«Questo è un risultato straordinario per la scienza dei vaccini nel suo complesso – ha affermato il dottor Dennis Burton, direttore scientifico dello IAVI – Questa sperimentazione clinica ha dimostrato che possiamo guidare le risposte immunitarie in modi prevedibili per creare nuovi e migliori vaccini, e non solo per l’HIV. Riteniamo, infatti, che questo tipo di ingegneria dei vaccini possa essere applicato in modo più ampio, determinando un grande progresso per la scienza».
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