Erano all’incirca le ore 20 del 28 Agosto del 2000 e il newyorkese Danny Stewart era in metropolitana mentre raggiungeva a cena il suo compagno Pete Mercurio, con cui era fidanzato da 3 anni. Mentre camminava si è accorto di un fagotto sul pavimento che da lontano appariva una bambola abbandonata, tuttavia una volta avvicinatosi si è reso conto che le gambe si muovevano e che si trattava di un bambino vero.
Inizia con questo racconto l’intervista rilasciata dal protagonista della vicenda alla BBC. «L’intera situazione sembrava molto irreale – spiega – e stavo cercando di avvisare le persone di ciò che stava accadendo, ma non riuscivo ad attirare l’attenzione di nessuno. Non aveva tutti i vestiti addosso, era solo avvolto in questa felpa. Il suo cordone ombelicale era ancora parzialmente intatto, quindi potevo dire che era un neonato. Stavo pensando che potesse avere un giorno o poco più».
«Ho attirato l’attenzione di una donna, ma non parlava inglese, quindi non capiva davvero cosa stavo dicendo, anche quando stavo cercando di indicare il bambino – ha aggiunto Danny – Penso che probabilmente pensava che potessi essere un po’ squilibrato». Vent’anni fa, infatti, i cellulari non erano diffusi come lo sono oggi, quindi Danny ha raggiunto una cabina telefonica per poter chiamare il 911 e ha atteso l’arrivo dei soccorsi. A tal proposito ricorda: «Sono sicuro che sono passati solo pochi minuti, ma il tempo si è fermato mentre il mio cuore batteva all’impazzata. Ho pensato, beh, probabilmente pensano che questa sia una chiamata scherzosa e probabilmente non mi stanno credendo, quindi qualcun altro deve chiamare, ed è allora che ho pensato a Pete».
Così, il compagno ha raggiunto Danny mentre i soccorsi portavano via il bambino e ricorda di avergli detto: «Sai, sarai in qualche modo connesso a quel bambino per il resto della tua vita. Alla fine, questo bambino verrà a sapere della notte in cui è stato trovato e potrebbe voler trovare la persona che lo ha scoperto. Forse c’è un modo in cui possiamo scoprire dove va a finire e inviare un regalo ogni anno in questa data?».
Il giorno dopo la notizia del ritrovamento era su tutti i giornali, Danny provò ad avere maggiori notizie sullo stato di salute del bambino ma non ebbe riscontro. I due uomini tornarono quindi alla loro vita quotidiana: Danny al suo ruolo di assistente sociale e Pete come drammaturgo e web designer.
Dopo qualche settimana Danny Stewart fu contattato dall’Amministrazione per i servizi per l’infanzia e invitato a partecipare a un’udienza in tribunale per la famiglia affinchè potesse rendere una testimonianza sul ritrovamento del bambino. Terminata la deposizione il giudice si è rivolse a Stewart dicendo: «Nei casi in cui abbiamo un bambino che è stato abbandonato, vogliamo metterlo in affidamento preadottivo il più rapidamente possibile. Saresti interessato ad adottare questo bambino?». Stewart rispose sorpreso che non credeva sarebbe stato semplice adottarlo e che ci avrebbe provato.
Il processo di adozione richiese dai sei ai nove mesi e coinvolse i controlli dei propri precedenti e una formazione genitoriale. «Non avevo pensato di adottare – dice Danny – ma allo stesso tempo, non riuscivo a smettere di pensare che… mi sentivo connesso, sentivo che questa non era nemmeno un’opportunità, era un regalo e come puoi dire di no a questo regalo».
Sebbene Pete non fosse felice della scelta poichè non voleva cambiare la sua vita diventando genitore, una volta incontrato il bambino se ne innamorò subito condividendo la scelta di adozione di Danny. Diedero così la notizia alle rispettive famiglie. «Ho detto lo chiameremo Kevin, e mia madre ha subito iniziato a piangere – ricorda – perché aveva avuto un bambino prima di me che è morto alla nascita, e si chiamava Kevin. Quindi questo era solo uno strano modo in cui il loro bambino Kevin tornava di nuovo da loro come nipote dal loro figlio gay». Nel 2011, con la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso nello stato di New York, anche Danny e Pete si sono sposati. A officiare la cerimonia fu proprio il giudice che propose a Danny di adottare il bambino.
Oggi Kevin ha 20 anni e al college studia matematica e informatica. Il fagottino scoperto sul pavimento della stazione della metropolitana ora è alto più di un metro e ottanta, più dei suoi due padri. «Non riesco a immaginare la mia vita se non fosse andata in questo modo – dice a 55 anni Danny – La mia vita è diventata molto più arricchita e piena. Ha cambiato la mia visione del mondo, la mia prospettiva, tutto il mio obiettivo. E Pete conclude: «Non sapevo che questo livello di amore profondo esistesse nel mondo fino a quando mio figlio non è entrato nella mia vita».
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