Mentre la maggior parte degli italiani si preparava all’ultima serata del Festival di Sanremo, a Napoli si è consumato l’ennesimo episodio di omofobia. Un rider, appartenente a una famosa azienda di food-delivery, ha infatti usato un appellativo omofobo durante una discussione con un cliente, che ha denunciato il fatto all’azienda, che si è scusata offrendo un buono sconto, rifiutandosi di fornire le generalità del loro collaboratore.
Tutto inizia quando Fabrizio decide di ordinare una pizza usando un’app, con consegna programmata per le 20:40. «Alle ore 20:00 – spiega Fabrizio in un post su Facebook – ricevo una telefonata e il rider, senza presentarsi, mi intima di raggiungerlo presso il portone del palazzo». L’uomo però, avendo appena ricevuto la prima dose di vaccino contro il COVID-19, risulta essere febbricitante. «Dunque, chiedo al rider di salire perché non posso uscire di casa» racconta Fabrizio, ma la situazione precipita in fretta.
«Il rider mi minaccia di non consegnare l’ordine – spiega il cliente – Insisto e mi chiede il piano dell’appartamento, rispondo il quarto. Il rider mi minaccia nuovamente affermando che o lo raggiungo al secondo piano o non ricevo il mio ordine. Ripeto che sono ammalato e decide infine di consegnarmi l’ordine a casa». Ed è qui che il rider, dopo aver consegnato l’ordine, decide di apostrofare il cliente con l’appellativo dialettale omofobo «ric**ione di me**a».
Il servizio clienti e quel “codice sconto”
Di tutta risposta, Fabrizio decide di chiamare il servizio clienti in modo da farsi dare il nome del rider, per denunciarlo per omofobia. Ma ad attenderlo, al telefono, non ci sono i dati di cui lui ha bisogno, bensì uno sberleffo vero e proprio.
«Mi viene detto che, per questioni di privacy, non posso accedere a tali dati e che posso ottenere un codice sconto – spiega Fabrizio – Mi chiedo come sia possibile che il rider possa conoscere i miei dati e io non possa accedere ad alcun dato per difendermi di fronte alla legge per un reato subito. Inoltre, mi chiedo come il servizio clienti possa solo lontanamente pensare di potermi risarcire del torto subito attraverso l’invio di un codice sconto. Probabilmente il servizio e, dunque, l’azienda, non hanno contezza di cosa sia l’omofobia».
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