Un collaboratore di NEG Zone è stato vittima di pessime allusioni sulla sua sessualità da parte di un negoziante di Termoli in seguito a una recensione negativa lasciatogli da quest’ultimo a causa di un’aggressione verbale subita nel suo esercizio commerciale.
Nella giornata di ieri, Giuseppe, insieme ad una sua amica, aveva necessità di acquistare un prodotto in un negozio della città. Una volta entrati, hanno esordito chiedendo all’uomo presente alla cassa una semplice informazione su un prodotto che stavano cercando.
Di rimando, il negoziante ha chiesto se conoscessero la tipologia di negozio in cui erano entrati e ha iniziato ad inveire contro i due ragazzi, insultandoli in vari modi, avvicinandosi a loro ben oltre il necessario distanziamento sociale, e adducendo quale motivo dell’aggressione il fatto che i ragazzi avessero confuso il suo negozio – un punto vendita di una catena nazionale – con un’altra tipologia.
Conclusasi l’aggressione, il nostro collaboratore ha deciso di recensire l’attività su Google, dove si possono leggere i feedback negativi di altri clienti che lamentavano le più disparate aggressioni. Ciò non è stato gradito dal negoziante, che ha spostato l’aggressione sul piano telematico, prima contattando Giuseppe sui social e intimandogli di rimuovere la recensione senza testo, poi offendendolo in risposta alla sua recensione sul motore di ricerca con il commento omotransfobico «Che tipo di “uomo” sei? Anzi, che tipo di femmina dovevo dire, scusa la stupida domanda». Soddisfatto, l’uomo è tornato a scrivere a Giuseppe, dicendogli: «Vai a leggere come ho pubblicizzato pure te».
«Dico sempre che se la curiosità è donna, allora lo sono anch’io – commenta Giuseppe – pertanto non mi turbano le offese sulla mia presunta identità di genere, bensì che al giorno d’oggi un cliente debba aver paura di entrare in un negozio ancora possa ricevere insulti e intimidazioni, sia pubblicamente che nel privato. Se al posto mio ci fosse stat* un* ragazz* molto giovane o particolarmente sensibile?».
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