Si torna a discutere di uguaglianza a Lizzano, cittadina in provincia di Taranto che, attraverso la contrapposizione tra un parroco e la propria sindaca, è stata al centro del dibattito sul disegno di legge contro l’omotransfobia. Questa volta a turbare la sensibilità delle minoranze, ma non solo, è il deturpamento di un murales con una scritta fascista: «Viva il duce».
L’episodio ha, purtroppo, un precedente. Il murales, frutto di un progetto per riqualificare i beni pubblici, conteneva dei pugni chiusi alzati al cielo, come riferimento al movimento #BlackLivesMatter, con lo sfondo di un arcobaleno. Come ci racconta un nostro lettore di Lizzano, durante la creazione dell’opera, il giovane artista a cui era stata affidata è stato accerchiato da un gruppo di circa trenta neofascisti, da cui avrebbe ricevuto degli insulti e delle minacce. Episodio
Paradossalmente, per evitare tensioni, il progetto fu cambiato, affiancando delle mani aperte alle mani chiuse ed evitare equivoci su eventuali messaggi politici riconducibili al comunismo. Ma questo sembra non essere basta, dato che oggi quell’opera è stata oggetto di un atto vandalico di stampo fascista.
Contattata da NEG Zone la sindaca Antonietta D’Oria ha dichiarato di ritenere «che con quel murales fossero stati fatti dei grandi passi avanti nel comune di Lizzano, con quelle poche, ma grandi informazioni dateci dall’artista, si potevano avanzare temi mai affrontati nel Comune».
«Siamo diventati famosi in Italia e in Europa per le problematiche di livello sociale di qualche tempo fa, ma siamo stati tra i primi a voler dare voce alle minoranze, facendo incredibili passi avanti a livello sociale – aggiunge la prima cittadina – Questi passi avanti disturbano questi quattro o cinque imbecilli che immaginano ancora una realtà fatta da qualcuno che ha causato morte in Italia e in tutto il mondo».
«Solo isolando queste persone – conclude D’Oria – che hanno nostalgia di questo passato di morte, possiamo andare avanti. Se è vero che credono in queste idee, dovrebbero avere anche il coraggio di prendere la responsabilità di quello che hanno fatto, essere invisibili significa avere paura delle stesse proprie idee. Noi, come cittadini di Lizzano porteremo sempre avanti la bandiera di tutti, la bandiera delle minoranze».
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