«Dovremmo respingere tutte le ideologie e creare un vero quadro giuridico che protegga tutti i membri della società», sono queste le parole pronunciate dall’arcivescovo lettone Zbignevs Stankevics nel suo discorso di apertura alle coppie omosessuali e alle coppie che vogliono vivere insieme senza contrarre matrimonio.
Questa dichiarazione arriva dopo la sentenza della Corte costituzionale lettone che stabilisce che il termine “famiglia” non è un equivalente di “matrimonio”, ma un concetto più ampio che include legami molteplici al di là dell’unione di due persone eterosessuali e di sesso opposto.
L’invito dell’arcivescovo al Parlamento lettone è quello di non polarizzarsi in posizioni contrastanti e cercare una soluzione che, superando le questioni ideologiche e religiose, sia il più inclusiva e rispettosa possibile. La Costituzione lettone, infatti, definisce il matrimonio come “l’unione tra un uomo e una donna” e in questo periodo si sta discutendo sulla possibilità di estendere l’istituto del matrimonio a persone dello stesso sesso. Tuttavia, c’è chi non è d’accordo e propone di non modificare il concetto di matrimonio, istituendo nuove forme legali d’unione, come avvenuto da noi.
Prima di Zbignevs Stankevics, anche l’arcivescovo messicano Carlos Aguiar si è detto d’accordo con Papa Francesco sulla necessità di istituire, dove la legge non lo prevede, le unioni civili per persone dello stesso sesso.
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