Può una donna essere licenziata solo perché è una persona trans? È l’amara storia di Anna, una donna trans di Bologna che ha perso il lavoro a causa della sua identità di genere. Nell’intervista concessa a Maria Elena Gottarelli per Fanpage, Anna racconta come si è trovata da un momento all’altro senza lavoro.
Al ritorno da un viaggio a Bangkok dove la donna si era sottoposta a un intervento di riassegnazione di genere, Anna ha trovato una lettera di licenziamento sulla sua scrivania. «Nonostante il motivo fosse la riduzione del personale – dice la donna – era palese il perché mi abbiano licenziata».
In separata sede, infatti, le è stato detto chiaramente che non poteva più rappresentare l’azienda a causa del suo percorso di transizione. «Avrei potuto impugnare il licenziamento – rivela – ma non l’ho fatto. Ho pensato che l’ambiente non sarebbe stato più quello di prima».
«Purtroppo c’è questo stereotipo per cui una donna trans possa fare solo la prostituta – continua la donna – Non che io voglia giudicare o discriminare chi sceglie di fare quel tipo di mestiere. Sicuramente non è quello che voglio fare io e non voglio neanche essere percepita così».
Componente del direttivo di Gruppo Trans, un’associazione che opera sul territorio emiliano, Anna si dice fiduciosa nel ddl Zan contro l’omotransfobia, da poco passato alla Camera. «Doveva arrivare anche prima – sostiene l’attivista – perché le discriminazioni in Italia sono ancora molto forti e pesanti. Non trovo giusto che in quanto persone trans o facenti parte del mondo LGBT+ non siamo tutelatə su tutti i vari aspetti della vita».
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