In una scuola di Firenze, Cappuccetto Rosso diventa maschio grazie al progetto dell’associazione LGBT+ Ireos Onlus – Centro Servizi Autogestito Comunità Queer. L’iniziativa fa parte di una campagna dell’associazione volta a sensibilizzare gli studenti agli stereotipi di genere, con lo scopo di abbatterli.
Chi ha deciso che deve essere una bambina e non un bambino la vittima ingenua degli inganni del lupo? Chi ha deciso che a salvare nonna e nipote debba essere un uomo coraggioso e non una donna? Così, nel laboratorio didattico rivolto agli studenti di scuola elementare e media, Cappuccetto Rosso è un maschio e non una femmina, come nella fiaba originale.
Un progetto intelligente, seguito da personale competente, che mira ad insegnare ai cittadini del domani i valori dell’uguaglianza e dell’inclusività. Questi ultimi due concetti devono essere estranei, però, ad alcuni genitori che si sono lamentati degli strumenti educativi proposti nel laboratorio.
Cappuccetto Rosso maschio? Le critiche dei genitori
«Fino a prova contraria – dichiara una madre al quotidiano La Nazione – sono le famiglie che dovrebbero, se e quando sarà il momento, affrontare certi argomenti». Se e quando, come se ci fosse un’età giusta per capire che un bambino può fare il ballerino e una bambina la calciatrice.
Un altro genitore, inoltre, lamenta il fatto che durante l’ora di inglese si facciano leggere ai bambini i dialoghi al femminile e alle bambine quelli di personaggi maschili. Perché si sa, i maschi devono imparare a pronunciare solo pronomi maschili e le femmine solo i nomi dei lavori domestici.
La risposta dell’assessora Funaro
«Sono anni che l’amministrazione comunale porta avanti progetti all’interno delle scuole contro le discriminazioni di ogni forma e genere – scrive su Facebook l’Assessora all’Educazione Sara Funaro – Alla scuola primaria Marconi la proposta di uno dei nostri progetti con l’associazione IREOS sugli stereotipi di genere, intercultura e bullismo omofobico, ha sollevato proteste di alcuni genitori».
«Sono profondamente convinta che il lavoro da fare è ancora veramente tanto e che bisogna continuare a lottare contro le discriminazioni e l’omofobia – continua – Sono orgogliosa di portare avanti queste iniziative al fianco di associazioni serie e responsabili come Ireos e sono fiera di vivere in un Paese che ha da poco approvato alla Camera una legge sull’omotransfobia».
Se creare delle fiabe moderne riuscirà a far evolvere la società e a slegarla dalle briglie della discriminazione, ben vengano Cappuccetto Rosso maschio, Pinocchio femmina e due principesse che si amano. Solo così potremo scrivere, finalmente, «e vissero tutti felici e contenti».
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