«Convive senza essere sposata»: è questa la motivazione con cui un parroco di Reggio Emilia ha respinto la richiesta di una 13enne di scegliere un’amica di famiglia a cui è molto affezionata, una donna lesbica, come madrina per il sacramento della Cresima. Il fatto, denunciato da Arcigay Gioconda, sta facendo molto discutere, anche se non è, purtroppo, niente di nuovo.
Secondo quanto riporta l’associazione LGBT+ nel post su Facebook, il sacerdote aveva inizialmente accettato la richiesta della ragazza, fino a quando non è stato informato da un catechista che la futura madrina convivesse con una donna e ha posto il veto. Il parroco sarebbe stato irremovibile e avrebbe accettato piuttosto il padre divorziato. «Avevamo proposto che a firmare ufficialmente fosse qualcun altro – ha raccontato la madre della 13enne a Reggionline – ma che in chiesa fosse presente questa persona perché mia figlia le vuole molto bene, ma non c’è stato niente da fare. Tra l’altro per una persona omosessuale è impossibile sposarsi in chiesa».
Per Arcigay Gioconda si tratta di un segnale chiaro del prete alla ragazzina: «Se si scoprisse lesbica, non ci sarebbe un posto alla luce del sole per lei, ma solo nell’ombra del rinnegare sé stessa […] Ogni anno ci sono madrine e padrini LGBTI+ che il più delle volte sono costretti a nascondere sé stessi come se ci fosse qualcosa di male non per ciò che fanno, ma per chi sono».
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