Si è conclusa poco prima delle 19:30 la seconda giornata dell’esame del ddl Zan alla Camera dei Deputati. Dopo i voti di ieri sulle pregiudiziali di costituzionalità e sui primi emendamenti, oggi per diverse ore sono stati discussi gli emendamenti dei primi 5 articoli della legge, con una maggioranza sempre compatta al momento del voto, facendo sì che fossero approvati esclusivamente gli emendamenti presentati dal PD e da Italia Viva (ricordiamo che il M5S non ha presentato alcun emendamento).
Fatta eccezione per qualche deputato di Forza Italia, anche l’opposizione ha votato in modo compatto, unendosi al voto della maggioranza solo in occasione degli emendamenti che hanno consentito l’inclusione delle persone disabili tra i soggeti vulnerabili tutelati dalla legge. Ciò non è avvenuto senza polemiche: se da una parte l’on. Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia ha definito una mossa tattica quella di inserire la disabilità all’interno del testo, che servirebbe solo a nascondere una presunta ideologia, dall’altra parte l’on. Lisa Noja di Italia Viva – deputata con disabilità che ha presentato gli emendamenti su questo tema – ha rispedito le accuse al mittente.
«Io penso che risulta, semmai, abbastanza manifesta l’ideologia che c’è in chi rifiuta questa legge – ha affermato Noja – nel momento in cui accetta di tutelare le persone con disabilità e rifiuta invece la tutela a tutte le altre categorie legate all’orientamento sessuale. Il fatto che, non in modo alternativo, ma in modo aggiuntivo […] abbiamo aggiunto una categoria di tutela senza toglierne altre, è la dimostrazione che lo spirito di questa proposta di legge non è quello di una bandiera ideologica, ma è quello di tutelare le persone più vulnerabili dagli atti violenti e discriminatori».
La maggioranza non ha invece ritenuto opportuno cancellare l’articolo 3, come richiesto da alcune associazioni LGBT+, vale a dire la clausola “salva idee” (o “salva omofobi”, a seconda dei punti di vista) per cui non rientrano tra i reati previsti dalla legge «fla libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti». L’esame del disegno di legge contro l’omofobia e la misoginia riprenderà domani, con i restanti 5 articoli del testo.
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